“Ho girato i miei primi film facendo fare ad un attore sullo schermo la stessa cosa per parecchie ore di seguito:mangiare, dormire, fumare; e l’ho fatto perché la gente di solito va al cinema solo per vedere il divo e divorarlo”.
A parlare è Andy Warhol, il padre della Pop art, genio indiscusso che ha rappresentato l’America meglio di chiunque altro. Le sue serigrafie di Marilyn Monroe sono ormai celebri quanto la Monnalisa di Leonardo ed incarnano perfettamente lo spirito consumistico della cultura americana con la loro immagine da santino devozionale moltiplicata all’infinito.
Tutto questo è ormai storia potremmo dire, digerita e assimilata da generazioni di avidi consumatori cresciuti nel rassicurante limbo dell’era postmoderna e giunti più o meno indenni nel ventunesimo secolo. E invece no, il vaccino non ha funzionato. I ritratti hollywoodiani di Warhol dai colori saturi e artificiali conservano intatto il loro fascino ispirando ancora il lavoro di molti artisti contemporanei attratti dal potere della celebrità.
Fra questi è giustamente noto il nome di Timothy Greenfield-Sanders, fotografo americano dallo sguardo colto e rigoroso.Questo artista, come il maestro della Pop art, subisce il carisma dei personaggi di successo e mette in piedi il suo personale pantheon di divi contemporanei, artisti e intellettuali di fama internazionale, che raccolti in religioso silenzio sfilano davanti al suo obiettivo.
A differenza del suo predecessore, tuttavia, Greenfield-Sanders ha un risvolto più intimista, profondamente lontano dalla serialità raggelante dei ritratti di Warhol. I suoi scatti fanno emergere con delicatezza tutta l’umanità dell’individuo. L’attenzione è concentrata soprattutto sullo sguardo, sereno e profondo, mentre altri dettagli passano in secondo piano. L’uso della luce contribuisce a creare un effetto di statuaria bellezza.Estremamente naturale e proveniente dall’alto,avvolge la figura con eleganza e sobrietà. I ritratti di Greenfield-Sanders, così scarni e minimalisti, sanno cogliere le sfumature dell’animo umano a dispetto di qualsiasi corazza imposta dal divismo e dal successo.
Forse meno poetico ma ugualmente legato a Warhol dall’interesse per l’iconografia dello star system è l’artista italiano Francesco Vezzoli. Poco più che quarantenne Vezzoli si è già imposto sulla scena internazionale grazie alla sua personale cifra stilistica e ad un approccio fresco e originale con il mondo dello spettacolo. Appassionato di cinema e ricamo, l’artista italiano ha coniugato questi due interessi fra loro lontanissimi per creare opere di notevole impatto visivo. Sono nati così grandi arazzi che ritraggono interpreti di famosi film oppure stampe su stoffa di volti di attrici su i quali sgorgano brillanti lacrime ricamate. L’uso del ricamo oltre alla valenza estetica ha un significato profondamente politico, che Vezzoli individua come “sottotesto psico-sessuale” della sua opera. A proposito di questa tecnica figurativa l’artista dichiara:
”Il mio lavoro è una metafora, se vuoi una parodia, di un linguaggio tipicamente gay. Quindi, all’interno di una tradizione artistica molto machista, questo aspetto del mio lavoro rimane un nodo comunque inedito, sia in senso positivo sia negativo”.
Un altro aspetto interessante della produzione di Vezzoli sono i cortometraggi di fantomatiche serie televisive che vedono coinvolti direttamente personaggi del mondo dello spettacolo. Milla Jovovich, Helen Mirren, Natalie Portman, Benicio del Toro e molti altri, prestano il loro volto per dar vita a quello che Vezzoli chiama “lo specchio dell’effimero mediatico”. Una serie di performance che attraverso un linguaggio visionario e bizzarro rinnova i parametri del pop. La lezione di Warhol è stata capita e digerita.
1 Comment
Ravecca Massimo
19/01/2014 at 21:31Le mani di Gesù dipinte da Leonardo nel Cenacolo, uniche nel dipinto, una con la palma verso il basso e l’altra verso l’alto indicano che Gesù era ambidestro come naturalmente era Leonardo e in parte Michelangelo Buonarroti? Non a caso Andy Warhol riprodusse, oltre il Cenacolo, serialmente la Gioconda e Marilyn Monroe che richiamano lo stesso volto archetipo e in parte si assomigliano. Cfr. ebook (amazon) di Ravecca Massimo: Tre uomini un volto: Gesù, Leonardo e Michelangelo. Grazie.