Ho divorato sempre il paesaggio con gli occhi, soprattutto quello naturale. La mia natura schiva, in passato perfino sospettosa, mi ha sempre portato a non avere alcuna interesse per il ritratto. Penso sia una cosa legata alla scarsa curiosità verso l’essere umano, senza che questo però abbia implicato alcuna tendenza alla misantropia. Solo col tempo, approfondendo le mie conoscenze in campo fotografico, ho capito che non ha senso classificare i generi fotografici perchè non basta l’immagine di una persona, persino un primo piano, a farne un ritratto così come un paesaggio naturale può avere benissimo la stessa intima forza indagatrice e descrittiva di un ritratto. Ma per anni il mio sguardo è scivolato sulla ritrattistica con superficialità e totale disinteresse. Finchè, nel momento più inaspettato, durante una visita museale nella lontana Danimarca, mi sono imbattuto in un genio che solo la mia ignoranza mi aveva tenuto nascosto.
Ecco la mia sensibilità finalmente appagata. Ecco il mio sguardo, sempre cerebrale e sempre attento alla composizione, che viene a conoscenza del modo più paesaggistico possibile di ritrarre delle persone. Ecco l’opera di Arnold Newman, uno dei più grandi ritrattisti della storia, paragonabile per impatto visivo ed accuratezza tecnico-formale al paesaggista per antonomasia Ansel Adams.
Americano, è considerato un maestro del ritratto ambientale, un tipo di ritratto che contestualizza il soggetto nell’ambiente che lo circonda. Nelle sue fotografie, l’allestimento dello scatto e, soprattutto, dello scenario, hanno un peso determinante nel contenuto espressivo e narrativo della foto, interagendo con la figura umana come un vestito sul suo corpo. Sfondi, oggetti, posizione contribuiscono alla narrazione di una storia o del senso di una vita. Ha immortalato le figure più famose in campo artistico e politico: indimenticabile il ritratto di Mondrian davanti ad un cavalletto e ad un muro che rievocano le geometriche composizioni dei suoi quadri, o quelli di sovrani di tutti i continenti ripresi con la stessa graffiante e distaccata espressività di un Goya. Emblematico, quello di Dalì, accanto ad un filo di ferro sospeso, sinuoso e contorto come la sua arte.
Per chi voglia scorrere i suoi ritratti più famosi sul web consiglio di visitare il sito:
http://arnoldnewman.com/content/portraits-0
Per chi ha voglia invece di scorrerle tra le mani la casa editrice TASCHEN ha pubblicato uno splendido ed economico catalogo.