Articolo scritto dalla somelier C.B.
Pronti ad affrontare le feste tra menù pantagruelici e maratone mangerecce, una domanda ci accompagna durante le nostre spese: cosa acquistare per accompagnare i piatti tradizionali, senza affrontare costi troppo onerosi?
Il pesce domina la Vigilia di Natale praticamente in tutta Italia e la scelta più comune rimane il vino bianco. Gli antipasti di carpaccio saranno perfetti con la nostrana Malvasia, fruttata e floreale ma con un soffio minerale; la sapidità e la freschezza del Vermentino si sposeranno con i sughi di pesce in bianco; ancora le bollicine per affrontare la grassezza della frittura; per chi volesse avventurarsi in un rosè, valido il Negroamaro pugliese soprattutto se presente del pomodoro nel sugo.
Il mondo della carne è vastissimo a seconda della regione e di conseguenza la scelta dei vini; dalla Barbera per il ragù piemontese all’Aglianico per i piatti di buona parte del Sud; in Emilia Romagna le paste fresche ripiene esigono la freschezza, la sapidità ed il tannino del Sangiovese di Romagna. Il Montepulciano del Lazio è in grado di fronteggiare le carni al forno grazie all’elevata persistenza delle speziature, all’acidità ed alla giusta presenza di tannini. Con l’anno nuovo le lenticchie e cotechino richiederanno il Lambrusco, l’unico capace di tener testa a grassezza e aromaticità.
Giunti infine ai dolci, le speziature del Barolo Chinato esalteranno la cioccolata; la dolcezza persistente del Moscato sarà perfetta per il pandoro soprattutto se farcito con creme, grazie ai suoi richiami fruttati e di erbe aromatiche. La Malvasia delle Lipari passita coronerà con le sue note aromatiche di agrumi canditi, mandorle e miele oppure il panettone, sostenendolo con sapidità e freschezza.
Sicuramente il momento più importante, il brindisi della mezzanotte, richiede le bollicine: ottime quelle nostrane, sia Franciacorta che Trento Doc Brut, secco e dalle fragranze tostate, magari con finale agrumato (ma anche nella versione Demisec per chi ama il gusto abboccato)
Foto di Enrico Paravani ©