George Orwell, al secolo Eric Arthur Blair (Motihari 25 giugno 1903 – Londra 21 gennaio 1950), è stato giornalista, scrittore, saggista e attivista politico di ispirazione socialista.
1984, scritto nel 1948, è considerato il romanzo distopico per eccellenza, tanto che ha portato alla nascita dell’aggettivo “orwelliano”, usato per descrivere i meccanismi di controllo del pensiero.
L’immaginazione di Orwell ci presenta un 1984 dove il mondo è diviso in tre grandi superpotenze: Oceania, Eurasia ed Estasia, perennemente in guerra tra loro, una guerra utile a mantenere il controllo della società e delle menti.
Oceania, la cui capitale è Londra, è la patria di Winston Smith, il protagonista. La superpotenza è dominata dal Grande Fratello che tutto vede e tutto sa.
I suoi occhi sono ovunque. Attraverso i teleschermi che trasmettono propaganda e spiano i cittadini. Nelle strade, attraverso la psicopolizia che tortura le persone con il preciso intento di annientare ogni sentimento e libero pensiero. Ovunque nella città sono appesi grandi manifesti che ritraggono il grande fratello, con la didascalia “il grande fratello ti guarda”, e gli slogan di partito “la guerra è pace”, “l’ignoranza è forza”, “la libertà è schiavitù”. L’unica forma di pensiero ammessa è il bipensiero, “chi controlla il passato controlla il futuro: chi controlla il presente controlla il passato”. La lingua che si parla è in costante trasformazione; “la neolingua”, dove sono ammessi solo termini con un significato preciso e privi di possibili sfumature in modo da rendere impossibile un pensiero critico. Anche il sesso è “fortemente disincentivato”: fare figli è l’unico dovere verso il Partito.
Nonostante tutto Winston si innamora di Julia e con lei e per lei infrangerà numerose leggi del Partito, fino a prendere la decisione di affiliarsi ad una società segreta di opposizione al regime. Il primo titolo pensato dall’autore fu “l’ultimo uomo in Europa”, perchè Winston era l’unico ancora in grado di pensare e di provare un sentimento genuino per una donna, nonostante tutto. Proprio questo lo distingue dalle altre persone, ormai automi, disposte a tradire ed uccidere solo per dimostrare di essere figli del partito. Anche se la libertà ha un suo caro prezzo, il suo essere Uomo lo porterà ad un tragico epilogo.
1984 è in grado di farti ripensare il concetto di “società”, questo perché Orwell è stato in grado di guardare un po’ più in là dei suoi contemporanei e a dare una visione molto vicina a quella che è la società odierna.
E’ uno dei romanzi più disturbanti che io abbia mai letto. Ogni pagina, ogni frase, costringe la coscienza a porsi numerose domande, è impossibile rimanere indifferenti. Mette a disagio. E pagina dopo pagina il disagio cresce. 1984 ti obbliga a guardare la realtà del nostro tempo per quella che è, una realtà dove è più facile omologarsi che opporsi, accettare passivamente le decisioni prese ai piani alti piuttosto che decidere.
Impossibile non pensare: 2+2=5.