Torniamo a parlare di sociale, precariato, lavoro e cooperative.
Lavoro : Tirocinanti = Cooperative : Precariato.
La stabilizzazione dei lavoratori funziona solo ed esclusivamente se esiste un inserimento nel mondo del lavoro, dando la possibilità al lavoratore di essere formato e al datore di lavoro di conoscere il lavoratore.
Il tirocinio, così come è stato concepito fino ad oggi, non è in grado di garantire nulla, se non mano d’opera per i progetti delle cooperative che, con la disperazione, fanno grossi affari.
Qualche mese fa, con l’inchiesta MafiaCapitale, si è aperto un mondo fino ad allora sconosciuto che ruotava attorno proprio alle cooperative.
Il continuo ricorrere al tirocinio come forma di assistenzialismo ha creato non pochi problemi e ora ne paghiamo le conseguenze.
Chi, come il Pd, ne ha abusato, oggi ne chiede il ripristino. Cercano di pressare l’amministrazione con mozioni urgenti, spingendo ad accettare soldi da Enel, che mai ha offerto: soldi “donati” in passato e messi nei bilanci in modo irrituale. Questo è, a mio avviso, uno dei tanti usi impropri fatti dalle passate amministrazioni: elemosine concesse da Enel, soldi che hanno coltivato la povertà (o concetto illusorio di ricchezza) nella nostra città. Gli oltre 87 milioni versati dall’industria energetica dovevano essere utilizzati per creare stabilità e non ulteriori servitù. Quindi quei soldi avrebbero dovuto investirli in posti di lavoro, in attività per le ditte locali e non essere lasciati transitare in altre mani.
Questo poteva essere uno dei modi per avviare un percorso di crescita collettivo anziché lasciare creare una sudditanza economica e sociale da parte di Enel.
Probabilmente tale patata bollente riguarda più altri che l’attuale amministrazione.
E forse è per questo che i loro Segretari sono sempre più spesso presenti alle manifestazioni e stanno indirizzando la loro opposizione in questa direzione: più sudditi più voti per questi professionisti della vecchia politica.
Già dal 2013, precisamente a febbraio, avevo fatto notare delle anomalie sull’assegnazione dei tirocini.
Parlo di anomalie perché il bando fu messo nell’albo pretorio del comune per soli 5 giorni (nei 5 giorni erano compresi un sabato e una domenica) e prevedeva il tirocinio di 12 persone, scelte direttamente dalla cooperativa.
Si presentarono in quell’occasione solo in 14, precludendolo, per i tempi così stretti, a tutta la città il bando.
L’iter venne gestito direttamente dalla cooperativa Valcomino con i soldi della collettività.
I servizi sociali, una volta affidato il bando, sparivano, lasciando ogni tipo di gestione alla cooperativa, che decideva, senza alcun tipo di controllo, chi doveva lavorare.
Ritenevo e ritengo scorretto che un qualsiasi soggetto, cooperativa o privato, intervenga su questioni così delicate quando esistono uffici preposti a questo tipo di situazione.
Anche perché le stesse cooperative avrebbero dovuto dimostrare di lavorare con persone altamente formate e specializzate a trattare con situazioni borderline come quelle che interessano i servizi sociali.
L’ex assessore Leopardo, in una mia trasmissione radiofonica, ripeteva che il lavoro dei suoi uffici si doveva limitare all’affidamento…
Per il suo modo di vedere la cosa, l’importante era, probabilmente, che qualcuno lavorasse e non il metodo di scelta dei tirocinanti né come si svolgeva il tirocinio. Torno a ripeterlo: quello non è lavoro.
Iniziai a informarmi e nel tempo ho constatato l’ inefficacia di questo sistema.
Le borse di lavoro non stabilizzano i lavoratori.
Diventano così droga per i disperati e bacino elettorale per i politici.