“Lo scopo della comunicazione è favorire l’annullamento di ogni certezza e prendere atto di una trasformazione antropologica che ha mutato il pubblico in una specie di tabula rasa estremamente sensibile e ricettiva, ma incapace di trattenere ciò che è scritto su di essa oltre il momento della ricezione e della trasmissione. “
[M. Perniola – Contro la comunicazione]
“L’Amministrazione ha bisogno di un ufficio adibito alla comunicazione”.
“I grillini di Civitavecchia non comunicano e quindi fanno casini o fanno casini e quindi non comunicano”.
“Il Sindaco e i suoi assessori sono chiusi dentro una torre d’avorio e non hanno rapporti con il mondo esterno”.
“Studiano e basta”.
Queste le traslitterazioni più o meno di fantasia (per evitare le frasi più pesanti e gli attacchi più duri ad alcuni componenti la Giunta Comunale comparsi anche sui telematici) a cui ci siamo abituati in questi quasi tre mesi di amministrazione a cinque stelle.
Dal punto di vista formale un fondo di verità c’è. E’ vero che l’attuale maggioranza di governo utilizza parecchio meno i canali di comunicazione e le dichiarazioni a mezzo stampa rispetto alle precedenti amministrazioni.
Noi qui vorremmo approfondire il discorso e incitare l’amministrazione a continuare su questa strada.
Non sappiamo se le lacune comunicative siano riconducibili ad una effettiva consapevolezza del sotto utilizzo dei mezzi a disposizione. E’ però vero che la comunicazione, nell’accezione comune del termine non è poi fatta solo di materia pregiata.
La comunicazione è alla base dei rapporti umani e questo è innegabile. Dal punto di vista sociale il processo comunicativo non è mai unidirezionale ma sempre empatico e costituisce la base delle interrelazioni tra gli individui.
Attenzione però a considerare solo questo aspetto della comunicazione.
La comunicazione può anche assumere delle derive pericolose come chiaramente esposto nella citazione a capo del presente articolo.
E allora ci viene un dubbio: i potenti e organizzati mezzi comunicativi delle passate amministrazioni possono essere ascrivibili alla forma pregiata o alla forma distorta del processo comunicativo?
E qui entra in gioco il concetto di informazione, che è diverso da quello di comunicazione.
L’informazione è un processo unidirezionale di passaggio di dati e informazioni. E’ un fenomeno freddo e potenzialmente impersonale. La ricezione delle informazioni ha come scopo l’utilizzo dei dati. Ed ha una principale debolezza: chi riceve informazione non sempre ha la capacità di utilizzare questi dati o in altri casi il flusso di informazione è talmente intenso da sfociare nel caos più totale.
Tuttavia nonostante questi difetti “sociali” una comunicazione che sia priva o che presenti solo forme interessate di informazione non può essere catalogabile come comunicazione pregiata.
Negli ultimi venti anni abbiamo imparato a nostre spese l’importanza della comunicazione e la tossicità delle sue forme devianti.
Vorremmo dare un consiglio alla nuova maggioranza: non contaminatevi con un sistema organizzato adibito alla comunicazione.
E’ preferibile la fredda e concisa informazione. Tanto verrete giudicati sui fatti. E vestire i fatti con indumenti inutili può essere controproducente come e più del non arrivare ad informare il più alto numero possibile di persone.