[heading style=”subheader”]I conti (che non tornano) di Andrea D’Angelo nella Repubblica di San Marino [/heading]
Ultimamente le ricerche di TerzaStrada sono sfortunatamente (per chi ha qualcosa da nascondere) fortunate.
Ci imbattiamo così in documenti che i giornali locali non vedono o, se li vedono, mettono a stagionare in soffitta.
Oggi è la volta del neo candidato alla carica di Sindaco di Civitavecchia per Forza Italia, Andrea D’Angelo.
Il suo nome appare infatti tra “i furbetti di San Marino” alla data di Giugno 2010, quale titolare di un conto corrente presso la SMI Bank di San Marino.
Al riguardo è da ricordare come solo a febbraio 2014 la Repubblica del Monte Titano sia uscita dalla Black List dei paradisi fiscali, per mano del Ministro Saccomanni, come riporta l’articolo del Il Sole 24 Ore del 13 febbraio 2014.
La lista dei titolari dei conti è frutto di una rogatoria richiesta dal pm romano Perla Lori, a fine 2009, durante le indagini circa un imponente traffico di riciclaggio di denaro da oltre un miliardo di euro. Tra i reati ipotizzati vi è l’associazione per delinquere transnazionale, finalizzata al riciclaggio tra l’Italia e San Marino.
Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, la fiduciaria romana Amphora aveva il compito di collettore italiano di denaro. Una rete di “spalloni”, da Roma, trasferiva il contante fisicamente a San Marino e da qui la Smi Bank lo metteva al “sicuro” (in via telematica) su conti aperti presso la banca Uib, sita alle isole Vanuatu, o presso la Ltd Ilha das Pontas di Madeira.
Paradisi fiscali a tutto spiano.
Durante la campagna #VoightKampff, TerzaStrada ha ricordato questo passaggio infelice al candidato D’Angelo. Serafico, il candidato di Forza Italia ha risposto che la sua posizione sarebbe chiara, giustificata dal fatto che le sue aziende operino anche all’estero, per cui sarebbe lecito avere dei conti bancari anche a San Marino.
Il candidato D’Angelo, nella sua versione dei fatti, non avrebbe quindi nulla da temere dalla Legge e #TS non vuole affatto entrare dentro aspetti giuridici e legali.
Non possiamo quindi che essere felici dell’assoluta liceità del suo comportamento e credergli. Una domanda ci sorge però spontanea: come potrà il “diverso” Andrea, se verrà eletto Sindaco della nostra città, chiedere ai cittadini di versare puntualmente le tasse quando lui per primo ha aperto un conto corrente in un paradiso fiscale?
E’ una premessa eticamente sostenibile, per chi si candida a salvare Civitavecchia dal default?
Foto di Enrico Paravani©
2 Comments
Ciccio
20/05/2014 at 00:39Semplice: basta non votarlo !!!
Lella Mici
20/05/2014 at 19:49Se scorrete piu’ giù l’elenco ci sara’ una sorpresa