[heading style=”subheader”]Il rapporto dei ragazzi con l’eros inizia sempre più presto[/heading]
Presso le Forze Armate USA il motto “Don’t ask, don’t tell” identifica la politica da adottarsi nei confronti delle abitudini sessuali dei militari in servizio: “Non si chieda. Non se ne parli”.
Lo stesso atteggiamento è ancora oggi molto diffuso tra le famiglie italiane nei confronti degli adolescenti di casa. Molte scuole ancora oggi non hanno inserito un regolare corso di educazione sessuale nei propri piani formativi.
Il sesso è ancora tabù, ma solo per gli adulti.
E, mentre famiglia e scuole si lasciano bloccare da un imprinting novecentesco, improntato al sottintendere senza mai educare, al lasciare che i ragazzi facciano da soli, i giovani scoprono il sesso sempre più presto, almeno in un caso su cinque.
Un’esperienza che inizia prima dei 14 anni nel 19% degli casi: una cifra quasi raddoppiata rispetto alle stime del 2012, che registravano punte massime del 10%.
Un indagine tra i banchi del Liceo
A rivelare questi dati una recente indagine condotta su 1400 giovani da Paidoss (Osservatorio Nazionale sulla Salute dell’Infanzia e dell’Adolescenza), tramite questionari anonimi, distribuiti in sette scuole superiori, a ragazzi di età compresa tra i 15 e i 25 anni di età.
Questionari attraverso i quali i ragazzi si raccontano nell’intimità di coppia.
Il rapporto dei ragazzi col sesso cambia velocemente
Approcciare il sesso ad un’età sempre più giovane sembra essere una tendenza in rapida accelerazione negli ultimi tre anni.
Nel 2011 infatti ben il 43% degli intervistati dichiarava di voler attendere un’età più matura per scoprire i piaceri del sesso. Nel 2012 tale percentuale era calata al 23%. All’indagine odierna si è scesi al 12%.
Ragazzi che iniziano presto, certo, ma che sono anche ben poco informati.
Il 73% dei ragazzi, infatti, non conosce nemmeno 5 fra le principali malattie a trasmissione sessuale, mentre il 33% pensa che la loro incidenza sia trascurabile ed il 57% non riesce a stimare il tasso di AIDS.
Non va meglio in ambito di prevenzione. Molto meno della metà dei giovani (39% dei maschi e 29% delle femmine) dichiara di ricorrere usualmente al preservativo. L’88% non sa dove si trovino i consultori nella propria città mentre solo il 23% delle ragazze ed il 46% dei ragazzi dichiara di aver effettuato almeno un controllo medico dopo i 18 anni.
Eppure, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, sono proprio gli adolescenti ad essere colpiti con maggior frequenza da malattie sessualmente trasmesse (MST).
In Europa ben 10 ragazze su 1000, tra 14 e 19 anni, ricorrono ad interruzioni volontarie di gravidanza ogni anno.
Eppure i ragazzi chiedono di sapere.
Una ricerca promossa dall’Istituto di Ortofonologia di Roma, condotta su 947 ragazzi delle scuole superiori, conferma che i ragazzi chiedono di essere educati al sesso.
Del campione intervistato, ben il 59% ritiene che l’educazione sessuale andrebbe inserita già nei programmi delle Scuole Medie Inferiori. Un altro 23.6% ritiene invece che l’intervento educativo andrebbe programmato alle scuole superiori e solo il 7.7% rifiuta l’idea di una educazione al sesso tra i banchi di scuola.
Fa riflettere il fatto che oltre l’85% dei ragazzi intervistati riferisca di preferire che l’offerta formativa venga garantita da personale extrascolastico.
“Il dato più importante – spiega il presidente di Paidòss, Giuseppe Mele – è quello sull’abbassamento dell’età in cui avviene il primo rapporto sessuale. Fino a pochi anni fa era impensabile anche solo prevederlo. Certamente è quasi impossibile oggi che un adolescente possa avere sufficienti informazioni sulle malattie a trasmissione sessuale e sui comportamenti corretti…”
“Per questo è urgentissimo”, continua Mele, “ anticipare l’educazione alla sessualità in modo generalizzato e in tutte le scuole medie e superiori, alla quale tutti devono partecipare: dagli insegnanti agli assistenti sociali, dai dermatologi ai pediatri”.
Negare che i nostri ragazzi un giorno si apriranno all’esperienza del sesso è un gesto irrazionale. Ed allora, proprio perchè li amiamo sopra ogni cosa, è il caso che ricordiamo che una buona educazione, che non reprima ed al tempo sostenga, è quanto di più prezioso possiamo donare alle nostre creature.
Foto di Enrico Paravani©