La curiosità. La vita. L’impegno.
La speranza. La bellezza della giovinezza, del cercare risposte, del guardare il mondo con occhi diversi, sorridenti e poi tristi.
Vederle arrossire nel prendere la parola e diventare decise nel dare un giudizio.
Oggi abbiamo incontrato due ragazze di 14 anni. Il tema era l’ambiente e la centrale a carbone.
Devono fare un giornalino con la scuola, un tema difficile, controverso.
Ebbene: ci hanno contattato.
Si, proprio noi, come immeritata ricompensa a tutti gli sforzi fatti in questi anni.
È stato un onore ricevere domande e dare risposte, proprio come avrebbero fatto dei fratelli maggiori. Le abbiamo prese sotto la nostra ala protettiva e abbiamo parlato per quasi un’ora.
Abbiamo visto sui loro visi l’imbarazzo iniziale delle prime domande, la delusione del sistema uomo, la rabbia per le risposte assurde che noi, adulti, davamo ai loro quesiti.
Ho capito ancora di più che il mondo è loro, e mi sono reso conto che ho smesso di vedere le cose con quegli occhi, quegli occhi pieni di speranza.
I miei occhi, adesso, sono pieni di rabbia, la speranza l’hanno lasciata altrove.
Mi hanno cambiato, mi hanno reso più cattivo, ma non mi sono rassegnato.
Non sono padre, nè so se lo sarò mai, quindi non sono abituato a rapportarmi con gli adolescenti. Ma oggi ha riportato in me sentimenti diversi da rabbia e delusione.
La cosa bella è che qualcuno si fa ancora domande e che cerca risposte.
Oggi è stato un onore lasciare un po’ della nostra eredità a chi verrà: i dubbi, la passione, l’amore verso il prossimo, verso la propria comunità, verso il proprio territorio.
Forza ragazzi, aiutate gli adulti a sognare ancora, a sperare ancora.
Oggi ho ritrovato i miei occhi da ragazzo.
Noi siamo qui, con Voi.
Foto di Giulio Santoni©