Sapete a cosa stavo pensando? A niente fino a quando non ho letto un articolo che titola così: “Il pronto soccorso perde un altro medico”.
Avrà stirato le zampe dopo il decimo turno consecutivo, ho pensato.
Per fortuna no. Ha chiesto e ottenuto il trasferimento in un ospedale di Roma. Lui si dà e al suo posto ci mandano un luminare, il Dottor Nessuno. Non essendoci un sostituto, si prospettano tantissime ed entusiasmanti ore in più di turno per i medici rimasti. Poi dice che non c’è lavoro, che c’è crisi… tiè, al San Paolo di lavoro ce n’è pure per i sorci.
E la truppa in camice e crocs festeggia con champagne e cianuro.
Il che è strano, voglio dire, in seguito al blitz del duo Grande-Porrello (M5s) e alla lettera mandata a Nicola Zingaretti niente di meno che dall’onorevole Marietta Tidei (PD), in cui raccontava cose turche sul Ps locale, a quest’ora avremmo dovuto avere un reparto dove i medici colano dalle pareti, no?
No. Perché dopo il kaboom di quei giorni, le letterine e le selfie scattate davanti al PS, ogni attenzione è stata inghiottita da un buco nero dal quale verrà tirata fuori soltanto se garantirà un buon numero di crocette. Tutto documentato, fotato e iperpromosso sui giornali locali. Già mi vedo i titoli:
“Il candidato ICS regala al PS cittadino una barella con la retromarcia!”
“Risolti i problemi al PS: il candidato Ipsilon annuncia l’arrivo di 345 contenitori porta fialette!”
Roba simile.
Sono caduta di nuovo nell’odioso populismo?
Perdonatemi, è che sto fortemente sperando di non dovermi servire del Pronto Soccorso almeno fino a maggio, non vorrei ritrovarmi sotto le mani del Dottor Nessuno mentre, per calmarmi, vengo imbottita di promesse elettorali.
Foto di Enrico Paravani ©