Forte il senso di disagio nel leggere i continui rimandi metaforici ad un paese che si rialza seguendo il lento ritorno al galleggiamento del più grande monumento all’improvvisazione, al fatalismo e all’incapacità organizzativa italiana degli ultimi decenni: la Costa Concordia.
Il disagio diviene psicosomatico e tende al vomito.
Ma nessuno si accorge che la Concordia è proprio l’Italia?
Si, cari connazionali. Vi piace la metafora ma avete scelto l’impatto figurativo sbagliato.
La Concordia è l’Italia per la volontà servile di maciullarsi le ginocchia sull’asfalto, pur di inchinarsi.
E’ l’Italia per l’incapacità di rialzarsi dopo l’ ennesimo inchino.
E’ l’Italia che non ha sussulti nemmeno dopo aver lasciato sangue, tendini e frammenti rotulei per terra.
E’ l’Italia nei tempi di reazione di un pugile andato ko al primo round, che si rialza dopo parecchie ore, quando al palazzetto hanno spento le luci e tutti sono andati via. Ed è rimasto un custode che passa con un secchio e uno straccio.
Ecco, adesso riaccendete le luci e i riflettori. Il Nostro si rialza, col ventre rigonfio degli immondi miasmi sulfurei della decomposizione. La carriera è finita ma ha vinto, anzi abbiamo vinto!
Ma sicuri di ricordare come è andato l’incontro? Memoria corta?
Voi siete l’Italia. Noi cerchiamo, nel frattempo, di non affogare.
Foto di Fulvio Floccari©