[heading style=”subheader”]Lettera a #TerzaStrada da l’Incarcerato [/heading]
Non esiste verità soggettiva, bisogna affidarsi ai dati e direttamente alla fonte ufficiale del Ministero della Giustizia e dell’Amministrazione Penitenziaria.
Innanzitutto dividiamo la popolazione di dati in due gruppi: quelli che hanno beneficiato dell’indulto e coloro che hanno beneficiato delle pene alternative al carcere. I dati sono sorprendenti e deludenti per chi ha speculato sulla paura, minacciando l’insicurezza tra la gente. Per capire gli effetti benefici, bisogna confrontarli con i dati della recidiva (ovvero il ritornare a delinquere) “ordinaria” indicandone la percentuale.
Se indicassi solo il dato dei recidivi tra coloro che hanno usufruito dell’indulto, ovviamente potrebbe trarre in inganno. Secondo i dati aggiornati allo scorso anno la recidiva degli indultati è del 33,6%! Messa così come fa l’abile Marco Travaglio desta scandalo, la percentuale risulta elevatissima.
È vero, non è bassa
Se la confrontassimo con la recidiva “ordinaria”, ovvero senza il beneficio dell’indulto, scopriamo che la percentuale sale al 68% fra la popolazione detenuta: esattamente più del doppio rispetto gli indultati! Altra disinformazione che fa Travaglio. Lui dice che da noi il sovraffollamento è un falso problema perché negli altri Paesi Europei i detenuti sono anche di più rispetto a noi.
Grande stupidaggine.
Andiamo direttamente alla fonte, che in questo caso è il Consiglio d’Europa. Dopo Serbia e Grecia, è l’Italia il Paese della UE con il maggior sovraffollamento nelle carceri, dove per ogni 100 posti ci sono 147 detenuti. Il Paese è anche al terzo posto per numero assoluto di detenuti in attesa di giudizio, dopo Ucraina e Turchia. Quello dei detenuti in attesa di giudizio, tra l’altro, è una delle tante piaghe del nostro Ordinamento Giudiziario dove, con estrema facilità, arrestano preventivamente le persone: ben il 42 per cento della popolazione carceraria è in attesa di essere giudicata.
Ed è da qui che do l’ultima “scoccata” alla disinformazione di Travaglio. Egli dice che non è vero, la Corte non parla di necessità dell’amnistia e dell’indulto. Niente di più falso, ecco cosa dice al Paragrafo 23: “Sarebbe opportuno promuovere lo sviluppo di misure volte a ridurre la durata effettiva della pena eseguita, preferendo le misure individuali, quali la liberazione condizionale, alle misure collettive per la gestione del sovraffollamento carcerario (indulti collettivi, amnistie).”
Esistono giornalisti che dicono le cose che la gente vuol sentirsi dire.
Sono i più pericolosi.
Foto di Enrico Paravani ©