“Enel accende il Natale” strombazza l’articolo su un noto giornale locale.
Un assist perfetto per una battuta querelabile tipo “accende il natale e spegne le persone…” ops. E cosa volete farci, abbiamo ancora in gola le 900.000 tonnellate di carbone in più che ci siamo portati “orogogliosamente” a casa dopo la recente e piccantissima AIA.
Enel caccia 200.000 euro per far contenti tutti, o quasi. Saranno sicuramente tre metri sopra il cielo quelli che si sono prodigati a raccogliere le firme da inviare al commissario fresco di spacchettamento, Ferdinando Santoriello, succeduto al caracollato sindaco Tidei.
Non si deve giudicare l’asma da assenza di lucine: Civitavecchia senza luminarie fa venire la depressione a getto e si rischia di invalidare gli acquisti natalizi. Insomma, le lucine aiutano a far girare l’economia. Soprattutto quella di Enel, che ancora una volta, tutina blu ed S sul petto, salva le vie del centro da un oscuro Natale e seda il polemicone che ogni anno scoppia a Civitavecchia proprio sulla mancanza/presenza delle luminarie. Se ci sono è perché ci sono, se non ci sono è perché “manco du’ lucette ce mettono”.
Noi siamo tutti illuminati a festa e lei si è fatta lo spottone.
Le luminarie son carine, ma mentre camminiamo per le vie del centro inalando luci e veleni, una riflessione ci passeggia accanto. Sul noto giornale si legge: “E anche quest’anno ci ha pensato l’Enel a riaccendere il Natale, con un regalo da oltre 200 mila euro: un pacchetto che comprende luminarie e pista di pattinaggio sul ghiaccio”.
C’è un errore in questa frase. Non è un regalo. Non lo è per niente.
Foto di Enrico Paravani ©
1 Comment
Arakne
12/12/2013 at 15:10Amaro e vero. Le abbiamo pagate care queste lucine.. e non solo quelle