Salve, cittadino, grazie per aver acquistato il tradizionale sistema per bloccare il cambiamento: la mentalità civitavecchiese.
La mentalità civitavecchiese ti aiuterà a diventare un autoctono purosangue, e nessuno potrà recriminarti di non essere un locale a tutti gli effetti. Per ottenere i risultati sperati dovrai seguire poche e semplici istruzioni che ti sto per esporre.
Partiamo, anzi, stiamo fermi.
Stare fermi, infatti, è il primo necessario passo per far funzionare a pieno regime la mentalità civitavecchiese.
Non ti muovere, anche se tutto il mondo intorno a te crolla e tu puoi fermare il disastro, stai fermo, osserva con poco interesse e poi dichiara: “E’ corpa della politica se sta a crolla’ tutto”.
Fatto ciò, dovresti sentire un coro di: “E’ vero, c’hai ragione!”
Questo è il segno che la macchina funziona.
Arma una rivoluzione cubana alla posta, al supermercato, al banco del pesce quando c’è fila e ignora totalmente manifestazioni, lotte e persone che scendono in piazza per contrastare la politica corrotta, l’inquinamento, la malasanità, gli abusi edilizi, ecc.
Dimentica la rivoluzione dopo essere stato servito, assumi il sorriso compiacente di chi ormai è in grazia di Dio col mondo e sticazzi se gli altri stanno ancora lì ad aspettare.
Parcheggia in doppia fila ritenendo un imbecille chi non lo fa.
Pretendi le lucine a Natale e non la radioterapia all’ospedale.
Fai notare che è colpa del sindaco se la tua cartaccia è ancora lì dove l’hai lasciata, alla Marina, a mezzo metro dal bidone della spazzatura.
Non informarti credendoti iperinformato.
Ricordati di rimanere sempre fermo.
Ti potrebbe capitare di vedere qualcuno che si alza e cammina operandosi per non far crollare il mondo, devi guardarlo come se fosse un malato di mente e dirgli: “Mandovai? Chetecredidefa’? Tantonuncambianiente!”
È possibile che ti verrà spontanea una risata, lasciala andare: più ridi e più la mentalità civitavecchiese lavora!
Se lui risponde: “Non voglio stare fermo mentre tutto crolla”, tu devi controbattere dicendo: “Dasolononcelafai”.
Non alzarti per nessun motivo, altrimenti la mentalità civitavecchiese si ingolfa.
Un esempio: la centrale brucia carbone, il carbone fa male, le emissioni devono essere limitate. Qualcuno si applica affinché ciò avvenga.
Tu cosa fai?
Ti batti insieme a lui?
NO! Ti inchiodi alla poltrona e trovi una giustificazione alternativa al fatto che tuo figlio ha l’asma già ad un anno e che tuo fratello è alla sua seconda seduta di chemio. Irridi chi si è alzato e invitalo a sedersi perché tanto è tutto inutile, i politici hanno il coltello dalla parte del manico, è tutto un magna magna e alla fine paghiamo sempre tutto noi.
L’ultima e fondamentale operazione per far sì che la mentalità civitavecchiese non si arresti è isolare chi vuole cambiare lo stato di cose in cui sia tu che lui vivete. Non puoi glissare su questa importantissima regola, altrimenti rischi di ritrovarti con una mentalità che potrebbe portarti ad essere pienamente soddisfatto dell’ambiente in cui vivi, ti verrà tolta ogni possibilità di lamentarti dell’intero universo e di sentirti una faina perché tu non sei illuso come quelli che se credono de cambia’ quarcosa.
Se hai eseguito correttamente punto per punto, complimenti, adesso puoi usare la tua mentalità civitavecchiese e vantarti con gli amici per non aver fatto nessun passo avanti nell’evoluzione umana.
Foto di Enrico Paravani ©
5 Comments
Marina
10/03/2014 at 11:17Mi sa che purtroppo ci sono molte versioni della macchina: cambia solo il messaggio in dialetto.
Francesca Luciani
10/03/2014 at 14:38Effettivamente questa guida può essere esportata benissimo fuori dai confini civitavecchiesi. :/
Paola Angeloni
10/03/2014 at 16:17Mi dispiace , Francesca, ma non è così dal punto di vista antropologico…Si deve partire dai deviati, devianti e deviantesi.. ” Man’ do vai ” è ALTRO… ” Casa della MEMORIA e STORIA “. Ritorna alle tue narrazioni vissute all’ Ospedale… qui sei ritornata ai primi approcci con i Senza Paura… si sente analisi di mercato… Il messaggio, a mio giudizio, è un po’ falsato… E pure fai di cognome ” Luciani ” !! Ciao.
Francesca Luciani
10/03/2014 at 16:32Il mio cognome è una condanna sotto tanti punti di vista, cara Paola.
Ero così prima di entrare nei SenzaPaura e forse sto solamente tornando alle mie origini, con qualcosa in più.
Oltre alle cronache del San Paolo, ogni tanto mi fermo ad osservare come molti atteggiamenti siano rimasti immutati. Dopo sette anni in cui ho lavorato fuori, mi aspettavo un miglioramento e invece. Ma è anche colpa mia, me ne sono andata e non ho provato a cambiare.
Perdonamela, la prossima volta andrà meglio. 🙂
paramento
11/03/2014 at 11:44Un post spietatamente veritiero che descrive una civitavecchiesita’ indolente e menefreghista che inquadra in maniera pure troppo onesta una subcultura di cittadini coatti al lassismo piu’ autodistruttivo. Mi complimento per la profonda conoscenza dell’ autrice del lato piu’ malsano del civitavecchiese medio che trova la sua concretezza nel luogo che i greci reputavano essenziale nella vita sociale, L’AGORA’. La piazza del mercato può’ essere preso come esempio dell’ inettitudine locale. I lavori iniziarono a settembre del 2010 e dovevano finire a Pasqua del 2011 poi slittati a Natale dello stesso anno, siamo nel 2014 e ancora non si vede la fine. A nessuno dei mercatali venne in mente di stipulare un contratto col gaudente sindaco di allora che se vevivano oltrepassati i termini stabiliti, il comune avrebbe pagato una salata penale per il mancato guadagno?……..i mali di questa città’ sono trascuratezza e indifferenza che ricalca fedelmente l’ anima del ” citavecchiese”.