#TerzaStrada riceve e pubblica la seguente lettera da Roberta Galletta:
La mia decisione è stata comunicata al segretario del partito il 30 ottobre scorso insieme alla rinuncia all’incarico, mai assunto, di presidente della Fondazione per i Beni Archeologici e Monumentali, in tempi non sospetti dunque ad un mese prima della sfiducia firmata dai 16 consiglieri e solo dopo le votazioni primarie dell’8 dicembre, per evitare di creare ulteriori problemi al circolo di Civitavecchia.
Questa mia decisione, dolorosa e sofferta, è avvenuta per motivi legati alle dinamiche interne al PD, sempre le stesse e a mio avviso impossibili da cambiare, a delicate questioni politico-amministrative che riguardano la nostra città e sulle quali il PD è stato per troppo tempo in silenzio e in parte alla amara constatazione di rappresentare come persona solo tanti voti e consensi all’interno del PD.
Dopo sei anni di militanza politica ho capito di stare in un partito in cui evidentemente non c’è posto per un vero ricambio generazionale, vista la velocità con la quale i tre quarti della nomenclatura del PD locale ha frettolosamente abbracciato l’idea renziana del partito, dopo averla ostacolata fino a pochi mesi fa, conseguenza delle dinamiche e soprattutto delle persone che lo governano, le stesse che sono ancora sulla scena politica del centro sinistra da almeno trent’anni. E quando parlo di dinamiche il mio riferimento è al loro modo di gestire il partito, modo al quale non mi sono mai voluta adeguare e lontano anni luce dal mio modo di fare e sentire la politica.
Per questi motivi lascio il PD, non senza ringraziare Annalisa Tomassimi e il senatore Giovanni Ranalli, per il loro affetto dimostratomi in questi anni, ma non scapperò dall’impegno politico come hanno fatto tanti perché credo che Civitavecchia possa cambiare, trovando una terza strada, anche in politica, che sia alternativa alla rassegnazione, alla rinuncia a combattere, alla fuga da se stessi o peggio ancora all’adeguarsi al vecchio e stantio modo di fare politica. Basta essere senza paura e camminare insieme alle proprie idee, sogni e visioni. E impegnarsi perché si trasformino in realtà.
Non voglio male a nessuno, non ne sono stata mai capace. Ma questo non è il partito nel quale avevo creduto e se voglio realizzare un’altra visione della città lo posso fare solo se prendo un’altra strada che si è aperta ormai da tempo. Per questo, con l’uscita dal Partito Democratico, chiudo definitivamente una pagina, dolorosa ormai per me, e ne apro un’altra attraverso la quale, ne sono certa, riuscirò a fare davvero qualcosa per cambiare la mia città.
Il mio sguardo è fiero, la mia schiena è stata sempre dritta. E non la piegherò certamente adesso.
Per me è pronto un altro percorso. Grazie a quanti credono ancora in me. Nonostante i miei errori e il non essere stata capace ad essere squalo.
Sono un delfino. Non posso farci nulla.
Roberta Galletta
Foto di Enrico Paravani©
1 Comment
fabio paesani
18/12/2013 at 12:47come biasimare Roberta dopo le sue vicissitudini. Brava Roby.