Il nuovo dottore era proprio quello che andava cercando da anni. I preparati fitoterapici che gli aveva prescritto erano proprio ciò che facevano al caso suo. Non importa sapere come e perché agiscano sul metabolismo, la cosa fondamentale è che nutrano le sue cellule.
Le sue cellule sono in guerra.
Una volta aveva sentito un medico di fama, che era andato a visitarlo, un medico conosciuto in tutto il paese, che aveva girato il mondo per conferenze, un medico rispettato e famoso, affermare che le cellule dei tessuti erano in guerra contro le cellule aliene presenti fuori e dentro il corpo umano. Il rapporto di forze era di 1 a 10. Queste cellule nemiche erano batteri che con un esercito di 100 triliardi di individui metteva costantemente in pericolo la sopravvivenza delle cellule del suo corpo.
Il famoso medico gli aveva anche spiegato che queste cellule aliene sono presenti su tutti gli individui. Dentro e fuori, attenzione. Ed allora ecco la logica conseguenza di questo dato di fatto: è pericoloso o no toccare gli altri? Certo che lo è.
Quella chiacchierata era stata una vera e propria rivelazione. Non che non fosse abituato ad avere ragione. Nel corso della sua vita aveva sempre avuto ragione. Fin dai tempi del carcere o fin dalla bruciante bocciatura ad una prestigiosa accademia d’arte del paese. Lui aveva ragione ed era avanti rispetto ai tempi.
Presto tutto il mondo avrebbe conosciuto quanto era avanti rispetto tempi. Per ora la Germania poteva bastare.
Certo rimaneva il problema dell’essere diventato ormai definitivamente famoso e ammirato. Il problema era quello di essere costantemente circondato da folle plaudenti. Folle che avrebbero voluto toccarlo, avrebbero voluto interagire, avrebbero voluto mischiare le loro patetiche cellule aliene con le sue.
Questo non è possibile. Non è logico e soprattutto è molto pericoloso.
Molto meglio il saluto a distanza, un po’ come da anni è d’uso in Italia.
Il braccio destro teso. Il grido della folla in delirio.
Mantiene le distanze.
Foto: Vincent Van Gogh, “Teschio di uno scheletro con sigaretta accesa”