Prendi una città, trattala male, falle anche spremute di carbone e stai sicuro che ti rivoterà.
Perché se è questo ciò che accadrà a maggio, allora vuol dire che Civitavecchia non ha capito nulla.
Tabula rasa su cosa è successo un anno fa a quest’ora, quando l’ex sindaco Pietro Tidei annunciava al popolo il “successo” ottenuto durante il rinnovo dell’AIA.
Non si è accorta che la centrale, laggiù, non è un monumento, non fa parte dell’arredamento cittadino, non è un apostrofo rosso e bianco tra le parole “città d’incanto”, è uno cappio al collo di tutti noi, un ricatto, un mostro, un mezzo per riempire i cimiteri.
A chi l’ha piantata lì è stato concesso troppo.
Nell’indifferenza della maggior parte dei civitavecchiesi, ENEL può produrre di più senza averne alcun bisogno (basta controllare i dati relativi al 2011 e 2012, voci: emissioni e ore di lavoro), con la firma e il sorriso baffuto del sindaco e di chi lo ha sostenuto fino a ieri, anche se oggi si erge a paladino della salute pubblica accorgendosi che da Torre Nord non esce zucchero filato, ma fumo che ti corrode la vita fino a togliertela!
Allora mi rivolgo a chi si rende di nuovo complice di quella che è una delle pagine più indecenti e vigliacche della storia di Civitavecchia.
A chi ha mangiato la fregnaccia che l’AIA è stata un successo o che in quel contesto si è solo pensato al bene della città, per “rimpinguare le casse comunali”…
A chi riempe le mani dei propri figli di amuchina e poi se ne sbatte di quello che respirano.
A chi si condanna a morte perseguendo l’idea che tanto a lui non può succedere…
A chi stasera se ne starà in panza a casa a pensare ai quattro sfigati che sfiaccolano al Pincio.
A chi preferisce ingoiare, non tanto per paura, che sarebbe comprensibile, ma per pigrizia mentale.
A loro mi rivolgo, perché è anche colpa di chi ignora, di chi alza le spalle, di chi “tanto non possiamo fare niente”, di chi preferisce riparare invece di prevenire.
Non possiamo riparare niente quando veniamo infilati in una cassa di legno. Ricordiamocelo!
NOI OGGI RICORDIAMO.
Per chi volesse, questa sera ore 21 davanti al comune, in silenzio a ricordare che l’anno scorso non abbiamo vinto un cazzo.
Foto di Enrico Paravani ©