Era un’estate di almeno 20 anni fa quando lo vidi alla piscina di L.go Marco Galli (allora L.go Caprera) assieme a mio nonno Ivo Flores e a Raul Di Gennaro. Non c’era ancora la marina e la piscina aveva le scalette per scendere direttamente a mare. La piscina grande, quella da 33 metri con parecchia gente a mollo e tantissimi ombrelloni sul solarium. La piscina più piccola, quella sul retro, verso il campo da beach volley, piena di ragazzini e ragazzi che giocavano con il pallone da pallanuoto.
Tutti giocatori delle squadre giovanili della SNC. Tutti impegnati negli allenamenti invernali, anche molto duri, per la stagione agonistica. E tutti comunque in vacanza, d’estate, nello stesso posto a condividere gli stessi giochi sempre a mollo in piscina.
Mi salutò.
Poi dopo qualche minuto venne di là alla piscina piccola.
Aveva un paio di ciambelle sottobraccio.
“Sardegno’ mettiti queste sulle braccia e prova a fare otto vasche solo gambe allargando le ciambelle mentre vai avanti. Con tutte e due le braccia in alto”.
Mi fermai a mala pena alla quarta vasca. Fu la prima ed unica volta che ebbi l’occasione di essere allenato da mio zio, Alfio Flores.
Alfio Flores (27 Novembre 1924 – 13 Marzo 1997) è stato socio fondatore del Settore Nuoto dell’US Civitavecchiese, della SNC Civitavecchia e dell’ICF (Istituto di Cultura Fisica) di Roma.
E’ stato soprattutto il papà della pallanuoto civitavecchiese, allenatore della generazione d’oro della SNC Civitavecchia, qualla per capirci dei Simeoni, Forcella, Del Duca, Galli.
Chiamato in Grecia alla guida tecnica dell’Ethnikos, ha vinto il campionato ed ha eliminato dalla fase finale della Coppa delle Coppe l’allora invincibile armata della Canottieri Napoli.
E’ considerato il creatore della moderna pallanuoto ellenica tanto che gli fu intitolato un impianto sportivo ad Atene, quando ancora era in vita.
Io ricordo Alfio sopratutto in famiglia, quando da Roma tornava a Civitavecchia per passare le feste assieme alla sorella Ilda e al fratello Ivo.
Ho visto da vicino, anche se indirettamente, i suoi metodi di allenamento innovativi essendo stato allenato da tutti i suoi allievi più illustri, da Giuliano Forcella a Roldano Simeoni e Marcello del Duca. Ho imparato a nuotare da mio nonno Ivo e da mio padre. Ricordo Enzo Pastorelli con le mani nei capelli (che forse già erano pochi) quando, ai primi tentativi di passare alla pallanuoto, prendevo la palla con due mani invece che con una.
Adesso davanti la piscina di L.go Marco Galli c’è la marina e sono sparite le scalette per scendere direttamente in mare. E’ parecchio tempo che non ci passo.
Eppure per quanto ne so, l’estate in piscina non c’è più qualla bolgia di ragazzini a giocare con il pallone in acqua.
Forse sono cambiati i tempi e di conseguenza sono cambiati gli spazi per lo svago e il divertimento.
Io credo non sia un caso che la SNC Civitavecchia, un tempo miglior vivaio del paese, non sia più in grado di vincere uno scudetto giovanile dopo averne vinti dieci nella categoria allievi, record nazionale di ogni tempo.
Forse i vari Calcaterra, Baffetti, Feoli etc., tanto per citare alcuni grandi giocatori del recente passato, sono diventati i campioni che abbiamo conosciuto proprio perché abituati a frequentare la piscina anche d’estate.
Forse giocando e divertendosi si diventa campioni soprattutto se, poi per caso, passa un Alfio Flores di sfuggita e ti allena, a Luglio, mentre stai in vacanza.
O forse sbaglio ed ho una visione distorta dei ricordi. Magari sono semplicemente cambiati i tempi e i luoghi.
Certo è che di questo passo chissà quanto dovremo aspettare per vedere un nuovo Roldano Simeoni o un nuovo Calcaterra tra i giovani della piscina di L.go Marco Galli.
3 Comments
Paola Angeloni
23/04/2014 at 16:54La nostra Città ora è molto strana, dire ” complessa ” sarebbe farle un complimento. Ciao Sergio.
Capolord
07/08/2016 at 20:34Hai perfettamente ragione, estati intere a giocare a pallanuoto, a scommettere gelati al l’ungherese hanno permesso di primeggiare in Italia a livello giovanile… Baraonde di ragazzini che stavano 24 ore al giorno con un pallone in mano erano gli stessi che poi vincevano titoli regionali e nazionali…. Credo che ormai non sia più possibile ricreare quell’atmosfera….
Stefano Spigarelli
08/08/2016 at 10:04La nostra città non è più nostra, ormai da tempo immemore…dobbiamo solo riuscire a riprendercela! lo abbiamo già fatto una volta, quando il consiglio si tenne all’ombra di una quercia e i vecchi saggi di allora decisero di tornare alla “città vecchia”, mentre tutti concordi esclamarono “Ottimo Consiglio”…quindi sappiamo come si fa…proviamoci!