L’ultima AIA approvata per l’esercizio di TVN dichiara che la centrale a carbone chiuderà il suo ciclo produttivo nel 2034, ovvero una data in linea con il tempo di vita medio di questo tipo di impianti (25 anni).
Tuttavia, sulla data di chiusura della centrale (o delle centrali presenti) ci sarebbe da dire qualcosa di più approfondito, qualcosa legato alla “dipendenza” che ormai la città e parte del comprensorio hanno sviluppato nei confronti della presenza di attività di produzione energetica a carattere nettamente invasivo per il territorio e per i cittadini.
Come si manifesta questa dipendenza?
La dipendenza si manifesta, da noi, attraverso due fattori: l’occupazione e i finanziamenti “compensatori”. Tra questi due elementi risulta di gran lunga più pericoloso il primo, a prescindere anche dall’effettivo peso occupazionale sul totale dei lavoratori di Civitavecchia e dintorni che direttamente o indirettamente sono coinvolti nelle attività della centrale.
Anche ammesso che la centrale chiuderà nel 2034, ciò che rimarrà invariato, nel tessuto sociale ed economico della città, sarà la predisposizione alla presenza di tali attività produttive e la dipendenza marcata nei confronti dei finanziamenti elargiti: non chiuderanno la centrale “girando la chiave”, non scompariranno i segni della presenza decennale degli impianti, non saranno immediati i risultati della bonifica e, soprattutto, non sarà automatico il riappropriarsi, da parte della città, di luoghi per tanto tempo alieni.
La città, così come è predisposta oggi, non potrà fare a meno di ENEL o Tirreno Power se non si inizierà adesso (in prospettiva siamo già in ritardo) a cercare di riprogrammare l’economia e il mercato del lavoro cittadino; se non si comincerà a pensare a qualcosa di diverso, legato alla presenza del mare e della costa, alla storia di questi territori, al turismo e alla risoluzione di conflitti d’uso insanabili; se non ci si riapproprierà di una identità antica forse troppo polverosa e dimenticata. Se, guardando verso Nord, non si immaginerà, tutti i giorni a partire da adesso, come potrebbe essere nel 2034 il futuro dei nostri figli.
Nel 2034 potranno pure girare la chiave ma ce ne sarà subito pronta un’altra, e ad oggi non è nemmeno chiaro se in fondo, la richiesta di riavviare il processo non sarà fatta, tacitamente, dagli stessi cittadini di Civitavecchia in una sorta di silenzio assenso.
Foto di Enrico Paravani ©