Storia incredibile e commovente quella di Vivian Maier. Nata a New York City nel 1926 e cresciuta in Francia, torna negli Stati Uniti ancora molto giovane in cerca di fortuna, farà una vita modesta come commessa e successivamente come bambinaia, finendo in disgrazia fino alla morte sopraggiunta pochi anni fà in stato di totale indigenza.
L’aspetto più struggente della storia è la scoperta postuma della sua grande passione, la fotografia, cui si dedicò per tutta la vita, raccogliendo innumerevoli scatti per le strade delle città dove ha lavorato, New York e Chicago. Scattò con costanza e passione vera, per decenni, circa 100 mila negativi che tenne per sé, senza mai stamparli o mostrarli in occasioni pubbliche. Un piccolo tesoro rimasto nascosto fino a quando un giovane agente immobiliare, incuriosito, venne in possesso della vecchia cassetta che ne conteneva una parte, scoprendo, stupefatto, il suo notevole talento, tanto da riuscire e recuperare il resto dei negativi per farli conoscere al pubblico con un blog.
Scene di vita quotidiana, molto belle, che ritraggono signore benestanti in pelliccia, povera gente, lavoratori; ma soprattutto una stupefacente serie di autoritratti, eleganti e intensi come raramente mi è capitato di vedere. Una presenza, la sua, sempre centrale nello scatto, spesso dominante e plurima grazie a giochi di riflessi e di specchi; eppure defilata rispetto ad un contesto che, seppure ridotto a sfondo o dettaglio dal punto di vista formale, è protagonista della ripresa. Immagini compiute, eleganti, molto professionali, raccolte con uno sguardo curioso ma distaccato e certamente malinconico, con quell’aspetto un po’ dimesso, vagamente mascolino, appena ingentilito da un cappellino onnipresente. Si percepisce di continuo lo sfondo di una vitalità urbana dinamica, mai presa di petto, e al contempo la propria riservatezza. Il modo più congeniale di Vivien per rapportarsi con il mondo e trovarvi la propria collocazione, riappacificandosi, forse, con le proprie insoddisfazioni e timidezze. In questi giorni si chiude a Parigi la sua prima e unica mostra, una retrospettiva. Una bellissima occasione, tardiva ma doverosa, per consentire a Vivien di tornare in Francia con quella gloria che nella vita terrena non riuscì a trovare.
Questo il blog che le è stato dedicato: Vivian Maier – Her discovered work.