Visto che siamo entrati ufficialmente nel mese dei mondiali di calcio voglio rendere omaggio al Brasile soffermandomi su un fotografo che non ha acquisito molta popolarità nonostante la stima di cui gode tra gli addetti ai lavori. Il motivo è dovuto probabilmente ad una specializzazione nel settore della moda che gli è valsa prestigio internazionale e successo senza però garantirgli quella visibilità che altri colleghi hanno ottenuto dedicandosi a progetti di maggiore impatto visivo e mediatico.
Bruno Cals, brasiliano classe ’67, ex modello, fotografo di talento, ha conquistato nella sua carriera svariati premi e onoreficenze, copertine importanti con lavori di primo livello nell’ambito del fashion, però a me interessa in particolare il progetto Horizons, realizzato in una lunga pausa tra una commessa e l’altra per le riviste di moda. Per sua stessa ammissione l’idea si è concretizzata quasi per la necessità di una boccata di ossigeno, per il bisogno di levare lo sguardo verso il cielo sfuggendo alla concitata, claustrofobica serialità dei backstages con i modelli.
Figlio di un architetto appassionato di fotografia ha sicuramente ereditato una spiccata sensibilità per entrambe le arti. Non è un caso che quando ha deciso di avviare questa raccolta di immagini piuttosto eteree, con vero senso di liberazione ed una certa istintività, ha focalizzato la sua attenzione su profili architettonici. Ma non si tratta dei soliti scorci urbani, Cals ha diretto l’obiettivo fotografico verso l’alto, ponendosi ai piedi delle facciate di alcuni edifici e ricavando dalle quinte verticali una percezione alternativa con una semplice rotazione del punto focale: linee di gronda che si fanno nuovi orizzonti dove convergono le linee prospettiche dei balconi, delle schermature, dei pilastri a vista: un espediente che trasforma visivamente le facciate in nuove strade, gli aggetti seriali in successioni di edifici, le vetrate continue in specchi d’acqua che riflettono il cielo. Se in alcuni casi la monotona e spesso sciatta serialità nel disegno di facciata trova vigore in questo semplice cambio di prospettiva, nel caso di architetture dallo stile più spregiudicato l’espediente visivo finisce per generare nuove “pavimentazioni” che disegnano spazi alternativi dalle atmosfere metafisiche.
L’autore ottiene una magica combinazione di rigorosi geometrismi e di artisticità fotografica espressa con spirito certamente un po’ ludico. Un lavoro poetico, il suo, basato su un’idea semplice e originale che ha prodotto un risultato esteticamente raffinato meritevole di attenzione. Al link che segue potete trovare una gallery di immagini del progetto Horizon non presenti sul suo sito e forse ancora più interessanti per la particolarità delle architetture.
http://livelifeelectric.com/category/photography/page/9/