È bello pensare che dove finiscono le sue dita debba in qualche modo incominciare una chitarra.
“La città vecchia”
Nei quartieri dove il sole del buon Dio non dà i suoi raggi
ha già troppi impegni per scaldar la gente d’altri paraggi
“La cattiva strada”
Alla parata militare sputò negli occhi a un innocente e quando lui chiese “Perché ” lui gli rispose “Questo è niente e adesso è ora che io vada”
“Volta la carta”
Per la guerra non c’è più soldati a piedi scalzi son tutti scappati.
“Al ballo mascherato”
E il viaggio all’inferno ora fallo da solo con l’ultima invidia lasciata là sotto un lenzuolo
“Rimini”
E due errori ho commesso, due errori di saggezza.
“Il Suonatore Jones”
Libertà l’ho vista dormire nei campi coltivati a cielo e denaro, a cielo ed amore, protetta da un filo spinato.
“Nella mia ora di libertà”
E adesso imparo un sacco di cose in mezzo agli altri vestiti uguali tranne qual’è il crimine giusto per non passare da criminali.
“Quello che non ho”
Quello che non ho sono le mani in pasta quello che non ho è un indirizzo in tasca
“La Domenica delle Salme”
Il giorno dopo c’erano i segni di una pace terrificante
mentre il cuore d’Italia da Palermo ad Aosta, si gonfiava in un coro
di vibrante protesta
“Smisurata Preghiera”
Ricorda Signore questi servi disobbedienti alle leggi del branco,
non dimenticare il loro volto che dopo tanto sbandare è appena giusto che la fortuna li aiuti
come una svista
come un’anomalia
come una distrazione
come un dovere…
Penso che un uomo senza utopia, senza sogno e senza ideali, vale a dire senza passioni e senza slanci, sarebbe un mostruoso animale fatto semplicemente di istinto e di raziocinio: una specie di cinghiale laureato in matematica pura. Faber
Foto di Enrico Paravani ©