Non ci sono dubbi, è uno dei fotografi del momento e se ne comprendono i motivi in modo del tutto intuitivo: immagini accattivanti, colori sgargianti, bellezza dei corpi e dei paesaggi, tagli compositivi avvincenti e stimolanti, una miscela di ingredienti perfetta, anche troppo, frutto di esperienza tecnica e comunicativa. Ma si deve rendere onore al merito: Jean-Paul Bourdier ha trovato l’idea vincente e ha dato fondo a tutta la sua esperienza non solo di artista ma soprattutto di insegnante di disegno, design e fotografia al dipartimento di architettura alla UC Berkeley in California per plasmarla con grande professionalità ed efficacia.
La sua intuizione al centro del recente lavoro BODYSCAPES si basa sull’idea, non nuova concettualmente ma dai risultati personalissimi, di fondere varie discipline come la fotografia, di paesaggio e di nudo, il bodypainting, la land-art, in una interazione unitaria dal punto di vista formale dove queste discipline sono funzionalmente legate tra loro in un gioco raffinato di reciproco supporto espressivo.
Corpi che, grazie ad un painting semplice ed efficace, si fanno paesaggio, o meglio si fondono strutturalmente con il paesaggio senza perdere la loro identità che ne esce anzi rafforzata grazie a suggestivi contrasti cromatici; come in una sorta di rito ancestrale volto a recuperare le proprie origini o forse a rivendicare la propria naturalità.
La forza della natura, già presente in modo dirompente nello sfondo o nel contesto delle immagini riprese in locations estreme, viene esaltata dall’espressività dei nudi che sprigionano la loro altrettanto forte vitalità in pose energicamente dinamiche oppure assolutamente statiche e assorte, quasi in situazioni di raccoglimento sempre in sintonia con l’ambiente circostante.
Una naturalezza sottolineata, con un esplicito richiamo sul suo web-site, dall’approccio totalmente analogico della ripresa fotografica, quasi una rivendicazione di purezza e di nobile artigianalità artistica. Bourdier non perde l’occasione ludica del suo lavoro per sperimentare situazioni, pose e accostamenti.
Una ricerca che, senza mai tradire lo spirito comunitario del dialogo uomo-natura, produce atmosfere a volte surreali, vagamente metafisiche e per questo ancora più suggestive ed altamente evocative.
2 Comments
Andrea
28/01/2014 at 17:18Jean-Paul Bourdier ha trovato l’idea vincente… dice Michele…. ed è vero…. ma da qui a poter dire che è bravissimo… ce ne corre!!! Direi che è un bravissimo fotografo…. nulla a che fare con l’arte….
In quanto a Michele Galice mi piace la sua brevissima biografia che ha messo qui… sei un grande Michele!
Ramona
30/01/2014 at 15:05Bellissimo articolo, grandissimo artista!