Adoro il formato panoramico nella fotografia. Mi piace vederlo, mi piace ancora di più utilizzarlo quando i miei occhi tentano di elaborare la sintesi di una veduta troppo ampia e uno scatto singolo nel classico formato 4:3 appare un frustrante compromesso. Ma non sempre una fotografia panoramica è tale per una necessità di compressione visiva. Talvolta è una ragione di stile, un modo di vedere il mondo, una ricerca di eleganza che rende l’immagine più piena e complessa, oppure più significativa nonostante l’essenzialità dell’inquadratura.
Quando mi sono imbattuto in Horst Hamann, grazie ad un sorprendente regalo di un amico caro, ho scoperto cosa vuol dire ricorrere al formato extra large a prescindere dalla reale necessità di raccogliere un orizzonte esteso. Il formato di Hamann è lungo per pura propensione prospettica, per un’ambizione di solennità, per una congenialità tecnica che riesce ad applicare ad una veduta così come ad una natura morta allestita su un piccolo tavolo. Basta scorrere le gallery del suo sito, sobrio e molto elegante, per capacitarsi della sua versatilità in questo senso. Ma i capolavori di Hamann rimangono a mio parere le indagini metropolitane e i paesaggi.
Segnalo in particolare le gallery Americana, Paris Vertical, New York, Deutschland. Una lezione sull’uso e sull’interpretazione del formato panoramico nella fotografia che ci insegna nuovi modi di guardarci attorno e di estendere la focalizzazione del nostro sguardo al contorno di un soggetto richiamando e convogliando linee prospettiche altrimenti sfuggenti. Meravigliosa la pubblicazione New York Vertical Classic che sul sito viene segnalata con un apposito link in alto ma che risulta penalizzata enormemente da immagini scure e piccole. Il libro in formato cartaceo, invece, è bellissimo e sono le panoramiche di architettura più belle che mi sia mai capitato di vedere. Potete apprezzarne alcune – e ne vale la pena – in questi link alternativi:
http://qube-hotel-heidelberg.de/en/qube-art-en/horst-hamann/