In questa epoca di crisi generalizzata della società non è un caso che rimaniamo spesso toccati nel profondo da qualunque richiamo alla bellezza che riesca a toccare le corde più vibranti della nostra emotività. Mentre nelle sale cinematografiche Paolo Sorrentino ci commuove con il suo riuscito lavoro, La Grande Bellezza, attualmente in corsa per gli Oscar americani, quasi contemporaneamente l’artista Rino Stefano Tagliafierro pubblica la sua fatica multimediale intitolata Beauty, la cui visione mi ha lasciato senza parole per lo straordinario impatto visivo ed emozionale.
Non è la prima volta che qualcuno si diverte ad animare dei dipinti, anche solo per gioco, ma la sensibilità dell’autore riesce, stavolta con un lavoro particolarmente raffinato, a sfruttare le potenzialità del mezzo tecnico digitale per esprimere, con degli effetti visivi semplici ma efficacissimi, il senso più profondo dell’arte e della bellezza.
Tagliafierro ha effettuato una selezione molto accurata di pitture di varie epoche e correnti, accomunate dal filo conduttore della bellezza quale attimo fuggente della felicità destinato a svanire: paesaggi, divinità, incubi, ninfe, angeli, putti, dame, bambini, colti in attimi sospesi e fatati come spesso è la bellezza della vita con il suo carico di enigmatica caducità, spesso tragica. Attimi resi già magici dalla fissità delle pitture che sembrano volerne imprigionare l’essenza per l’eterrnità.
Ma il video in questione compie un piccolo miracolo: inducendo lievi movimenti a queste figure, che si producono in cenni quasi impercettibili, riesce a dare il senso di una vitalità riacquisita, tanto da rendere di nuovo autentica quella bellezza colta in tempi così remoti; movimenti microscopici, applicati a uno sguardo, ad una mano, ad un cenno del capo, creano un effetto straordinario perchè quelle figure, già vive nella rappresentazione grafica, acquisiscono un realismo così tangibile da lasciarci sgomenti. Noi spettatori rimaniamo basiti come davanti ad una statua che ci osserva muta e immobile da sempre e che all’improvviso si palesa in un battito di ciglia che ci gela il sangue. Ma non solo, tocchiamo con mano anche il miracolo di sentirci risucchiati in quegli ambienti, in quelle selve dall’aura mitica ed ora incredibilmente presenti.
Che emozione sentirsi accanto a quelle muse, in quei giardini fatati, su quelle sponde. Che orrore percepire come viventi quegli incubi di carne che rinvangano i turbamenti del nostro inconscio. Una vera potenza visiva accompagnata da un perfetto tappeto musicale che ne esalta gli effetti in modo ancora più surreale. Un espediente tecnologico, usato in modo sapiente, riesce nell’intento di proiettarci indietro nel tempo con una poesia che forse neanche il cinema saprebbe esprimere e questi soggetti, ora più veri, danno un senso più intenso, effimero e tragico alla bellezza che rappresentano simbolicamente e che gli artisti dell’epoca ci hanno trasmesso con tanta maestria, senza poter disporre di una videocamera.
Tagliafierro, che un apparato video ce l’ha e lo sa usare bene, pone parziale rimedio accompagnandoci per mano e con sincero rispetto fino a conoscenza delle ragioni più intime della loro ispirazione.
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1 Comment
Paola Angeloni
01/02/2014 at 22:03meraviglia…incantamento…