Provate ad ascoltare questa intercettazione telefonica.
Ora provate ad immaginare due cose.
La prima è la casa romana degli “amici” di Vendola.
Probabilmente ci saranno sedie a dondolo di vimini in giardini condonati e ricavati su terrazze mozzafiato al centro di Roma. Oppure in periferia, ai bordi di piscine o in appartamenti ricamati da antichi mobili d’epoca e dagli ultimi ”ritocchi”, frutto dei recenti viaggi negli angoli più remoti del pianeta alla ricerca di artigianato tribale semi-amatoriale.
La seconda sono le facce, in deformazione, degli interlocutori al telefono.
Gli occhi fissi su qualche dettaglio in lontananza. Il cervello, immoto, fisso anch’esso nell’opera di ricostruzione dell’esilarante scenetta raccontata.
Esilarante per chi?
Adesso considerate una cosa: Nichi Vendola è il leader del partito politico ipoteticamente più a sinistra nell’attuale configurazione parlamentare italiana, ovvero SEL.
E tuttavia “non possiamo fare a meno dell’ILVA”. E soprattutto “non mi sono dimenticato…”
Caro Vendola tu non hai dimenticato qualcosa, hai perso proprio la memoria.
L’aspetto più raccapricciante dell’intero dialogo è infatti questa sensazione di vuoto non tanto dal punto di vista ideologico, che ormai è passato di moda persino nei salotti da pseudointellettuali di sinistra logorroici: in posti dove c’è presumibilmente gente che parla con altra gente in cerca di qualcuno che le possa ricordare la strada di casa.
No, caro Vendola.
Tu sei la semplice espressione di quello che dici di combattere. Il lavoro viene dopo il rispetto della legge e soprattutto dopo il rispetto della vita e della salute delle persone.
Tu sei responsabile di aver fatto autorizzare un impianto che crea e continuerà a produrre morte.
Tu sei responsabile delle norme approvate ad agosto che permetteranno alle aziende inquinanti di mantenere invariato il numero di morti.
Tu e quelli come te sarete responsabili delle morti di Taranto, di Brindisi, di Civitavecchia, di La Spezia e Vado Ligure.
Voi non siete di sinistra. Non rappresentate la sinistra.
Voi non siete la legge. Voi non rappresentate la volontà dei cittadini.
Certo non ve ne andrete con le buone. Ma arriverà il momento in cui, come una rivelazione o come il meteorite che ha spazzato via i dinosauri, vedrete un bagliore accecante, immediatamente seguito dal crollo di tutta questa scenografia patetica che ancora vi tiene in piedi.
Foto di Enrico Paravani ©