J era disoccupato da tempo.
Per la sua percezione erano ormai passate almeno due o tre ere geologiche dall’ultima busta paga.
Non ricordava nemmeno più l’ammontare di quello stipendio. Ricordava bene però che il suo lavoro da muratore a cottimo era pagato in nero.
J già in giovane età aveva sviluppato una potente dipendenza dall’alcol. La sua situazione personale poi non aveva fatto altro che peggiorare il suo stato psicofisico. Era arrivato a grattare con le unghie l’ultimo strato della disperazione. Quello più duro. La Roccia Madre di tutti gli stati depressivi.
L’ultima volta aveva tentato il suicidio. Fu salvato dalla sua disperazione, più che dalla sorte, dal momento che l’estrema debolezza muscolare gli aveva impedito di tagliarsi i polsi troppo in profondità. Sua madre l’aveva trovato in bagno ormai privo di sensi, ma vivo.
Poi lo sforzo sovrumano di tentare di tagliare i ponti col passato. La lenta risalita dal pozzo. Niente più alcol. Nemmeno un goccio.
Erano ormai 9 mesi che J non beveva.
Quel giorno J aveva persino deciso di andare a votare alle Elezioni Comunali. Non aveva ancora maturato una speranza vera e propria, certo, però ormai, da diverse settimane, sentiva di poter guardare in prospettiva al futuro.
Era stato a diverse cene elettorali, organizzate da diversi partiti.
Aveva ascoltato. Non aveva bevuto altro che acqua minerale.
Da corpo estraneo della società si stava abituando a diventare un elemento organico. Base della piramide trofica, non di più. Primo livello clientelare. Eppure partecipe.
J ad una delle ultime cene aveva anche ascoltato delle promesse. Un posto di bassa manodopera in una società vicina ad un certo ambiente politico. Era andato a dormire molto eccitato quella notte.
Il giorno delle elezioni sapeva per chi votare. Aveva anche chiesto a sua madre di spargere un po’ la voce. Era sicuro di portare a casa qualche numero.
Uscì dal Seggio nel primo pomeriggio. Aveva deciso per il meglio, sicuramente. Aveva fatto il possibile. Aveva creduto in qualcosa.
Poi passeggiando verso casa l’insegna del Bar del centro attirò la sua attenzione. Oggi è un giorno speciale dopotutto, pensò J.
A notte inoltrata divenne evidente a tutti che il nuovo Sindaco della Città sarebbe stato K.
Il televisore, all’interno del Bar, gracchiava un programma elettorale locale. Commenti sparsi sul risultato.
Il Bar era ormai quasi vuoto dal momento che il giorno dopo sarebbe stata una giornata feriale.
Il barista da diversi minuti provava a scuotere J, ormai abbandonato su un tavolo vicino all’entrata, con una bottiglia di whisky tenuta gelosamente in grembo e ormai vuota.
Un sorriso sardonico stampato in volto.
Una morte partecipe.
Illustrazione di Silvia Castrati ©