Douglas E. Winter ( St. Louis, 30 Ottobre 1950) è critico, scrittore ed avvocato statunitense.
Winter è radicale, e al tempo stesso disincantato. Un atteggiamento che solitamente crea pochi rivoluzionari, ma molti ribelli; e che, sulla pagina scritta, risulta spesso garanzia di buona, e anzi di ottima, letteratura. (Valerio Evangelisti a proposito di Douglas E. Winter)
Il protagonista, Burdon Lane, è un trafficante di armi. Viene arruolato per consegnare un carico ad una gang del ghetto di New York, ma, i suoi complici non gli hanno rivelato molte cose, la consegna contiene una tragica sorpresa, la quale, a sua volta ne contiene un’altra ancora più tragica, come in un gioco al massacro, come una matriosca. Il protagonista lo scoprirà a sue spese, nel corso di una lotta violenta e sanguinosa, dove in gioco c’è più della vita stessa.
Il romanzo è un thriller-noir, caratterizzato da una struttura fortemente paratattica , che tiene incollato il lettore con il suo ritmo incessante. I personaggi e le situazioni, seppur estremamente violenti, sono convincenti e ben strutturati. Ma i protagonisti non sono né Burdon Lane, né i suoi complici, nemmeno i ragazzi della Gang ma, le Armi, o meglio, la mania americana per le armi e la lacunosa legislazione in materia, tant’è che nel romanzo non vi è un solo dialogo, come se il nostro protagonista parlasse ad un oggetto inanimato, un’arma appunto. Manca del tutto il moralismo, infatti il protagonista ci avverte che lui non è buono; in effetti di buoni non ce ne sono. E l’autore sembra comunicarci che la passione per le armi è talmente radicata nell’animo degli americani che sembra impossibile da estinguere.
Foto di Enrico Paravani ©