I consiglieri del Movimento 5 Stelle della Regione Lazio hanno occupato, nella serata di ieri, l’aula del Consiglio per chiedere una seduta d’urgenza per votare la proroga al Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR), che scadrà domani 14 febbraio.
“No al condono di Zingaretti“ è il grido lanciato da Davide Barillari, Silvana Denicolo’, Devid Porrello, Gianluca Perilli, Silvia Blasi, Valentina Corrado, Gaia Pernarella.
I quattro consiglieri, chiusi dentro l’Aula, sono sostenuti a breve raggiunti da sette parlamentari pentastellati (Frusone, Di Battista, Baroni, Di Stefano, De Lorenzis, Valente e Della Valle).
Cosa comporta il mancato rinnovo del PTPR?
“Se non viene approvata la proroga”, spiegano i 5 Stelle, “sarà possibile, almeno nei giorni di vuoto legislativo che potrebbero intercorrere tra il termine e la prossima seduta del consiglio: costruire in zone vincolate; aumentare le cubature degli immobili; aprire una centrale a biogas in territori vincolati; stravolgere l’urbanistica dei centri storici e l’assetto del territorio regionale”.
Una contestazione fortemente criticata dal potentissimo Assessore alle Politiche del Territorio, alla Mobilità e ai Rifiuti Michele Civita (si, proprio quello delle agghiaccianti chiacchierate telefoniche col patron di Malagrotta e della Colari Manlio Cerroni…): “Tanto rumore per nulla. La mancata proroga del termine di approvazione del Piano o il suo slittamento non producono infatti alcun effetto sulle misure di salvaguardia del Paesaggio che continuano a essere efficaci e vigenti. Infatti il superamento della data del 14 febbraio, come è indicato nell’articolo 21 della Legge Regionale sul Paesaggio (24/1998), aumenta i livelli di salvaguardia e consente di realizzare nelle aree con decreto paesaggistico minimi interventi edilizi ovvero solo quelli di restauro edilizio, risanamento statico e manutenzione straordinaria degli edifici”.
Una critica condivisa da Marco Vincenzi, capogruppo consiliare Pd (già chiacchierato sindaco di Tivoli, al centro del pasticcio della privatizzazione delle Terme di Tivoli ed Assessore Provinciale ai Lavori Pubblici della Giunta Zingaretti): “La messinscena dell’occupazione grillina è solo fumo per sottrarsi alle gravi responsabilità. Lunedì scorso si è svolta la conferenza dei capigruppo con l’obiettivo di ‘calendarizzare’ proprio la proposta di legge regionale 128 e il gruppo con la sua assenza ha contributo a far mancare il numero legale. Oggi, in conferenza dei capigruppo, il Partito Democratico ha di nuovo proposto di discutere la proposta di legge in un consiglio previsto sempre per venerdì 14 e i pentastellati hanno fatto mancare il loro assenso, impedendo per la seconda volta la ‘calendarizzazione’. I verbali delle conferenze dei capigruppo confermano senza possibilità di smentita. L’occupazione del Consiglio è solo propaganda e demagogia”.
Come dire: non è successo nulla ma la responsabilità (grave) di quello che è successo è del M5S. Tutto chiaro no?
I 5 Stelle rispediscono le accuse al mittente. “Se c’è stata una forza politica che ha fatto saltare il numero legale”, ribattono, “è quella che Vincenzi capeggia in Consiglio visto che oggi abbiamo dovuto sospendere più volte la seduta, prima di scioglierla, perché la maggioranza era colpevolmente assente. E’ falso che sia una nostra responsabilità il fatto che dal 15 febbraio sarà possibile presentare progetti edilizi che non rispettano il Piano Territoriale Paesistico Regionale.”
Teniamo gli occhi ben aperti, signori, perché la storia è un’ottima maestra ed i curriculum di Vincenzi e Civita son di quelli che non lasciano tranquilli.
Foto di Enrico Paravani©