“Io ho bruciato il libro di Corrado Augias.
Libro comprato direttamente da Corrado Augias a Zagarolo, quando venne.
Autografato.
Augias, persona lucida, concreta, di grande cultura.
Io amo i libri, me ne circondo, da sempre.
Amo i libri perchè sono il simbolo del sapere, in simboli, trasmesso.
Provo profonda indignazione invece per la menzogna.
E ancor di più quando questa approfitta della conoscenza per essere più incisiva.
Il Sapere mentire meglio.
Il Sapere ingannare meglio.
Il Sapere raccontare meglio le menzogne che permettono a Lei di mantenere uno stile di vita lontano dalla sanità pubblica italiana, nella sua bella casa di Parigi, Augias.
Menzogne che Le permettono di stare ben lontano dagli affanni di chi ha un piccolo stipendio o di chi lo stipendio non ce l’ha affatto, Sig. Augias.
Le menzogne che le permettono di attaccare la Resistenza , e gli unici che la fanno, in questo momento.
Lei è fascista, Sig. Augias.
Ha posto il suo sapere e il suo ben parlare al servizio della menzogna, funzionale al mantenimento del suo status economico e sociale.
E chi è in difficoltà, chi è disperato, chi non ha lavoro, chi non ha niente, si arrangi.
Io, che non rappresento altri che me stesso, con tutti i limiti del caso, non sono d’accordo.
Chi sa, deve lavorare per gli altri. La conoscenza se è finalizzata solo al nostro tornaconto personale è poco, se è finalizzata all’inganno del prossimo è il male assoluto.
In quel camino io ho bruciato l’ipocrisia. Il nostro male più grande.”
[Tratto dalla pagina Facebook di Francesco Neri]
Brucia in un camino, il libro di Corrado Augias.
A bruciarlo, ed a pubblicare la foto del rogo, è Francesco Neri, attivista del M5S del Meet-up di Zagarolo (RM). Il suo è un gesto eclatante, che reclama attenzione a poche righe dal contenuto molto forte, esplicativo del disagio di una (o meglio due) generazione dimenticata dal Paese, lasciata indietro ad attendere un futuro terribile, senza lavoro, senza diritto alla casa ed alla famiglia, senza dignità.
Una brutta immagine, quella delle fiamme che divorano carta ed inchiostro.
Non riflette Francesco, sulle conseguenze del suo gesto. Agisce d’impulso e non valuta correttamente chi lo stia osservando.
Ma questo Paese ha militarizzato le fila dell’informazione. I lupi da scrivania scattano a dilaniare la notizia. Trapela solo la foto: testimonianza del “fascismo” a cinque stelle. Delle poche righe di commento alla foto non si dà menzione. Il significato del gesto viene censurato, sezionato e esposto in processione come la prova del pericolo strisciante tra le fila del Movimento.
Un gesto certamente irresponsabile, quello del militante, specie se isolato dal contenuto del suo messaggio. L’accerchiamento mediatico è forte ed ogni uscita pubblica deve essere studiata con accortezza, onde evitare di prestarsi a facili strumentalizzazioni.
I ragazzi a cinque stelle devono imparare a controllare le emozioni, a comunicare senza violenze verbali, a rifiutare facili trappole dialettiche. Il gruppo deve continuare a isolare i violenti: nessun riferimento a stupri, olio di ricino o altre simili porcherie può essere tollerato tra persone civili. Il Paese ha bisogno di idee e non di forche, di capacità di mediazione e non di risse. Ed i 5 Stelle hanno idee, entusiasmo e forza per imporre, magari anche con vigore quando serve, il ritorno del rispetto della legalità in un Paese piagato dal malcostume.
A breve la città conoscerà i nomi dei candidati alla carica di Consigliere Comunale per le prossime elezioni amministrative. Tra questi la città si vedrà proporre volti che ha imparato ad associare sistematicamente alle battaglie per la legalità, l’ambiente, il futuro.
Questa generazione, vilipesa e dimenticata, ha finalmente trovato una Resistenza, capace di combattere senza violenza e senza armi, perché il Diritto risiede ancora in questo Stato.
Dimostriamo allora ai nostri concittadini che non siamo quello che i baroni della politica vogliono far credere loro.
Cambiamo l’Italia proponendo contenuti.
La guerra dei baroni lasciamola ai soliti capibastone.
Foto di Sergio Scanu ©