Ciriaco De Mita ha 86 anni e si candida alla carica di Sindaco della sua Nusco, in provincia di Avellino.
L’età non spaventa il dominus della Democrazia Cristiana degli anni Ottanta che, dopo essere uscito dal Partito Democratico (in polemica per l’incandidabilità trascorsa la terza legislatura completa), prova nuovamente ad indossare lo scudo crociato, questa volta nella versione UDC.
Non prova evidentemente vergogna, il simpatico ottuagenario, nel riproporsi ancora una volta ad amministrare la cosa pubblica, ad un’età alla quale normalmente è difficile riuscire ad ottenere anche il semplice rinnovo della patente di guida.
Eppure il nostro Nonno Ciriaco sa di potercela fare. Il barone avellinese ha del resto grandi meriti da presentare ai suoi concittadini (tali da far dire che, ai tempi della grande DC, Napoli era ridotta al rango di Avellino Marittima).
Prendiamo il caso della demitiana Nusco.
Nonostante i suoi 914 metri di altezza sul livello del mare, la ridente cittadina irpina negli anni Ottanta è divenuta un fiorente centro industriale, (con stabilimenti realizzati grazie ai fondi pubblici della Cassa del Mezzogiorno e giocando sulla ricostruzione post-sismica) annoverando tra gli altri:
- uno stabilimento della Ferrero SPA,
- un sito produttivo Parmalat, ceduto alla Vicenzi dopo alterne vicende,
- un opificio Almec-Piaggio (fallito e chiuso).
I De Mita, grazie ai soldi della Cassa del Mezzogiorno, sono quindi i padroni di casa a Nusco. Come si chiamerà mai il Sindaco uscente della cittadina irpina? Parliamo di Giuseppe De Mita (del quale Ciriaco è zio), nella più italica delle tradizioni familistico-politiche.
Il feudo va amministrato ed in politica come negare l’esistenza di un qual certo sangue blu?
Il nostro competente ed esperto Ciriaco chi vi ricorda?
Chi come lui non molla lo scranno, come certi bambini che non vogliono cedere il proprio posto in groppa alla giostrina?
Come lui, tanti politici in età da pensione (una forma previdenziale che garantiva agli anziani il giusto sostentamento, che è andata gradualmente scomparendo dall’orizzonte economico degli italiani sin dal primo ventennio del 2000) rimangono eterni quarantenni, mentre i quarantenni veri neanche provano a reclamare un minimo di spazio vitale. La guerra delle generazioni è ancora in atto, nonostante abbia umiliato oltre ogni modo trentenni e quarantenni, ha ora nel mirino gli attuali ventenni. Certo, questa guerra ammette delle eccezioni, che un po’ come la Croce Rossa attraversano senza pericoli il campo di battaglia.
Papà o zio sono onorevoli (non nel senso di onorabili, ma in quello meno nobile di parlamentari)? Allora un posticino si può anche trovare.
Guardo commosso all’esempio quotidiano dei tanti piccoli o grandi eroi della politica italiana.
Pensate al buon Ciriaco: nonostante una vita trascorsa al potere, un vitalizio da quasi diecimila euro al mese, eccolo scendere in lizza per un incarico da Sindaco di un comune da 4000 abitanti.
Eppure mi ricorda qualcuno. Ma chi sarà?
Foto di Giulio Santoni ©