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SULLA VIA DEL CATAI…  – II PARTE
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SULLA VIA DEL CATAI… – II PARTE

3 Ottobre, 2013 Francesco Fortunato Economia e lavoro, Opinioni, Politica e attualità 2 comments

“La mia esperienza è che gli italiani non fanno molta fatica ad ambientarsi in Cina perché la Cina è una grandissima e popolosissima Italia, con una propensione al caos e all’anarchìa solo parzialmente contenuta dal regime autoritario”. (cit. Federico Rampini)

 

Intermezzo n°1 

Prima di raccontare come si evolve la storia, fermiamoci un attimo a conoscere le condizioni di salute del traffico container a Civitavecchia, negli anni immediatamente precedenti al 2006; per fare ciò utilizzeremo una comodissima tabella pubblicata dalla Confetra, ovvero la Confederazione Generale Italiana dei Trasporti e della Logistica.

movimento container _porti_italia2001_2006

Fonte immagine: Confetra su dati Autorità Portuali varie

Da un rapido esame si evince che a Civitavecchia risultano movimentati, nei dati provvisori del Maggio 2006, 33.000 TEU che, come abbiamo visto precedentemente, non sempre corrisponde al numero reale di container effettivamente spostati. Insomma, per farla breve, nel biennio 2005-2006 Civitavecchia risulta al quattordicesimo posto, sui ventuno principali porti italiani, per quanto riguarda il movimento di container.

 

Harry ti presento Sally…

Se proprio vogliamo essere sinceri non è che tra l’Amministrazione Comunale, d’ora in poi AC, ed il Paese del Dragone ci sia stato un vero e proprio colpo di fulmine, anzi, direi che è stato più un innamoramento graduale, iniziato con un “appuntamento al buio” e trasformatosi nel corso degli anni in un folle amore. Ma andiamo con ordine.

Il 1 Aprile 2006 un noto quotidiano telematico locale scriveva “il commissario straordinario dell’ente ha parlato dell’intenzione di realizzare quello che ha definito il Terminal Cina a Nord della centrale di Torre Valdaliga. Il terminal, che sarà destinato ad una imponente movimentazione di container, comporterà un ulteriore milione di metri cubi di imbonimento di materiali derivanti dal dragaggio dei fondali e sarà la prosecuzione della cassa di colmata, prevista alla Frasca”.

Pesce d’Aprile? Ma neanche per sogno…

Il progetto fortemente voluto, o meglio, la sua richiesta di approvazione, veniva rimandato al post elezioni amministrative con il commissario dell’AP Moscherini che “prendeva atto delle richieste di rinvio della discussione avanzate da forze politiche e sindacali e, da ultimo, dalla stessa Regione Lazio”.

Da lì a qualche mese il Commissario torna alla carica affermando “Stamattina abbiamo illustrato l’idea progettuale di variante già approvata dal precedente comitato portuale per cui adesso sono attivate tutte le procedure previste dalla legge, tra le quali il primo passo è il pronunciamento del consiglio comunale”.

La Variante a cui si accenna è, ovviamente, la Variante al Piano Regolatore Portuale, PRP, che prevedeva la realizzazione di un mega terminal container a nord di TVN. L’elemento interessante è che per la prima volta l’AC viene coinvolta direttamente nell’ipotesi progettuale, ovvero, prima dell’approvazione definitiva della Variante al PRP da parte del Comitato Portuale. Da questo momento in poi la situazione comincia a farsi confusa… tra Sindaci eletti e sfiduciati, Commissari straordinari revocati (e candidati successivamente Sindaco) e nuovi Presidenti freschi di nomina, la questione Terminal Cina sembra per il momento lasciata in un limbo; ma sarà veramente così?

Nel 2007 si ricomincia a parlare di Terminal Cina.

Questa volta a parlarne è Palazzo del Pincio, complice forse la fresca elezione a Sindaco dell’ex Commissario dell’AP Gianni Moscherini, con il consigliere Alvaro Balloni che afferma “Siamo convinti che il Terminal Cina rappresenti un importante punto fermo dell’intera progettualità della città e del territorio, e quindi non solo del porto.”

Ovviamente progetti del genere, soprattutto quando hanno un enorme impatto ambientale, difficilmente hanno un consenso unanime ed infatti comincia una guerra a base di comunicati dove, di volta in volta, gli esponenti del “si” e quelli del “no” espongono le proprie ragioni.

Tra i fautori del “no al terminal” troviamo i DS locali che, con un comunicato della Segreteria, dichiarano “che al di là dell’indubbia espansione strutturale del porto di Civitavecchia […] non abbiamo assistito ad una espansione dei traffici, quantomeno proporzionale a quella delle infrastrutture. Con tale stato di cose, ragione vorrebbe che prima di continuare ad allargare a dismisura il porto, introducendo ulteriori servitù e penalizzazioni al territorio, sarebbe opportuno “riempire” il porto di attività, aumentando i traffici, soprattutto quello delle merci e dei containers, che languano in maniera indecente”.

Come contraltare ai DS troviamo ancora una volta un Balloni in grande spolvero, il quale svela il vero motivo per cui il traffico container a Civitavecchia non decolla: “abbiamo un terminal containers troppo piccolo […] se gli spazi sono così piccoli gli armatori non ce li porteranno mai i containers a Civitavecchia”.

Non poteva mancare, tra gli esponenti del “no al terminal”, la componente ambientalista che, nei panni di Alessandro Manuedda, denuncia giustamente la devastazione che si verrebbe a creare nel litorale a nord della città se tale progetto dovesse proseguire: “Si tratta di qualcosa di mostruoso: una cassa di colmata di 3.000.000 di m3 che darebbe vita ad una banchina lunga ca. 1 Km e 700 m e larga tra i 400 e i 600 m, per una superficie di 1.000.000 di m2. In mare aperto un nuovo antemurale di ca. 2 Km, alle spalle una bretella stradale di 5 KM e un tronco ferroviario di 1 Km e 600 m. Il tutto collocato immediatamente a nord di Torre Valdaliga (con Enel e Moscherini genitori della turpe idea della cassa di colmata), fino a occupare per qualche centinaio di metri la costa prospiciente al primo tratto superstite della pineta de La Frasca”.

Con questi botta e risposta si chiude il biennio più intenso per il Terminal Cina, opera che sembra essere definitivamente abbandonata tant’è vero che nel 2008 viene esclusa dal piano delle opere triennali dal Comitato Portuale e definitivamente affossata dal Presidente dell’AP Fabio Ciani nel corso di un incontro con i rappresentanti di Italia Nostra, WWF e Forum Ambientalista.

Quindi tutto finito? Macché…

 

Foto di Alessandro Nicolò, Gra.ph.iza ©

 I  –  II  –  III  –  IV

 

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Francesco Fortunato

Tecnico per formazione, ribelle per nascita.

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2 Comments

  1. Enrico Paravani
    04/10/2013 at 10:23

    pezzo da studiare e splendida la foto!

    1. Alessandro
      04/10/2013 at 14:06

      Concordo… studiando forse si impara… forse…

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