La signora nella foto si chiama Catherine Samba-Panza, ha 59 anni ed è africana.
Non è né una badante né una venditrice elefantini portasfiga, è la nuova presidentessa ad interim della Repubblica Centrafricana, la terza donna a raggiungere il “Colle” in uno stato africano, prima di lei hanno toccato il cucuzzolo Ellen Johnson Sirleaf per la Liberia e Joyce Banda per il Malawi.
Calderoli avrà mandato loro una cesta di banane per festeggiarle?
Chi lo sa.
Samba-Panza, ex sindaco della capitale Bangui, avvocato e broker di professione, è chiamata a rassettare i cassetti devastati da una guerra intestina tra cristiani e musulmani, in un paese dove la corruzione cola dai muri delle case e la violenza sulle donne è sul menu di ogni giorno.
L’analfabetismo tocca il 51%, la povertà il 60%, malattie come malaria e lebbra girano a mo’ d’influenza, l’elezione di una donna a presidente non è un “evvabbe’ capita”, è un evento molto più che storico, denota la profonda voglia di cambiamento che serpeggia anche tra le file di chi già “comanda”, essendo stata eletta dal Consiglio Nazionale di Transizione Centrafricano e non dal popolo.
E’ un esempio che lo stesso governo (seppur di transizione) dà alla popolazione. Un esempio che io ritengo importantissimo, soprattutto in una zona dove non esiste il termine “femminicidio” e la maschiocrazia è ad altissimo grado.
La sua carica durerà fino al febbraio del 2015, quando il popolo sarà chiamato a scegliere il proprio presidente. Solo allora potremo dire se è stata in grado o meno di avviare il paese alla serenità (impensabile risolvere conflitti di cinquant’anni in soli 365 giorni), al di là del suo essere donna, sono le capacità che porteranno la Repubblica Centrafricana fuori dalla crisi, oltre alla voglia di cambiamento che, a quanto pare, si sta già facendo ampiamente vedere.
E qui come siamo messi?
Pensate che il nostro governo, in una situazione così caustica riuscirebbe ad affidare ad una donna il timone per portare la nave fuori dalla tempesta o lo vedrebbe come un “rischio”?
Attualmente ci sono donne papabili per questo ruolo?
L’Italia come reagirebbe?
Pensate sia possibile una cosa del genere in Italia considerando che per mettere le donne in amministrazione bisogna obbligare con le quote rosa?
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