In questi giorni si continuano a sommare gli interventi, più o meno sensati, sulla questione “Privilege”.
Lungi da noi di TS cavalcare l’onda che sta finalmente portando tutte le forze politiche, tranne qualcuna che si è mossa già mesi fa, ad affrontare in modo un po’ più serio una questione che si trascina ormai da molto, troppo, tempo e che finora (santa campagna elettorale!) non aveva avuto il dovuto risalto.
Tralasciando per un istante la politica, preferirei soffermarmi sull’ultimo intervento pervenuto: quello della CGIL.
Il sindacato in effetti lancia una proposta niente male: “Avviare un percorso alternativo – qualora entro la fine del mese in corso non intervengano i famigerati finanziamenti di banche a favore della Privilege – che preveda la revoca della concessione dell’area e l’utilizzo del cantiere per lavorazioni, con modalità e soggetti da definire, che consentano almeno il mantenimento di tutta l’occupazione in essere”.
Sì, ma in parole povere cosa vuol dire?
Ci viene in aiuto un altro telematico locale: “Candidare il porto di Civitavecchia, attraverso l’intervento del Ministero, come realtà da dedicare strutturalmente “alla manutenzione e alla rottamazione delle navi”, sulla base di fondati elementi economici, tecnici e logistici. Questa la proposta alternativa che Cgil e Fiom suggeriscono, insieme ai lavoratori, nel caso in cui il cantiere Privilege Yard non dovesse riprendersi.”
Ecco l’uovo di Colombo!
Tralasciando alcune difficoltà logistiche tipo l’inadeguatezza del sito ad ospitare un cantiere di demolizione, vista sia la posizione, praticamente in mezzo a quella che dovrà diventare la nuova darsena traghetti, sia la distanza dal mare, ci fa piacere prendere atto che l’idea lanciata da TS qualche mese fa sia stata finalmente recepita da qualcuno.
La nota amara di tutta questa vicenda è che se finalmente si riuscirà ad allestire questo benedetto bacino, dopo 20 anni dal suo primo annuncio, rimarranno per sempre sulla coscienza di ognuno tutte quelle piccole imprese che per anni sono state il fiore all’occhiello della metalmeccanica e meccanica navale civitavecchiese e che una politica miope (e non contrastata adeguatamente dalle forze sindacali) ha permesso che scomparissero, in cambio di quell’annunciato, ma mai arrivato, guadagno dato dalle crociere.
Foto di Enrico Paravani ©