Oggi 23 maggio 2015 ricorre il ventitreesimo anniversario dalla strage di Capaci.
Più o meno a quest’ora, in quel giorno maledetto, l’Italia tornava a conoscere il periodo delle bombe, le stragi, gli attentati, la morte, la disperazione.
Quel giorno segnò una nuova stagione, la gente si ribellò, seguì la morte di Borsellino, la confusione, gli attentati di Roma, Firenze, Milano, tangentopoli, la fine apparente di una repubblica corrotta, la scomparsa di alcuni partiti e la nascita di nuovi ancor più vicini alle cosche mafiose.
Quel giorno morì, insieme a lui, la sua compagna Francesca e la loro scorta, una parte del paese e buona parte della giustizia italiana e del lavoro svolta dal pool antimafia.
Pesanti furono, da subito, i sospetti che una parte dello Stato e delle istituzioni erano complici ed oggi ne abbiamo parziali conferme.
La trattativa Stato/Mafia inghiottì i servitori del popolo.
Oggi siamo a raccontare la loro storia e la raccontiamo con quell’amore con cui un figlio racconta le gesta eroiche di suo padre.
Noi siamo qui a ricordarli, coscienti che il modo con cui ci esprimiamo, SenzaPaura, sia figlio del coraggio di questi uomini.
Mai un passo indietro quando si insegue la giustizia.
“Occorre compiere fino in fondo il proprio dovere, qualunque sia il sacrificio da sopportare, costi quel che costi, perché è in ciò che sta l’essenza della dignità umana.”