Gli ospedali sono piccoli, popolosi paesi e il San Paolo di Civitavecchia non fa eccezione a questa banale osservazione.
Tra infermieri, operatori socio-sanitari, medici, guardie giurate, farmacisti, addetti alla mensa, manutentori, ogni giorno un piccolo esercito di lavoratori si industria (chi più, chi meno) a far funzionare il nosocomio. Ed ogni giorno centinaia di pazienti ed accompagnatori sciamano nei corridoi del San Paolo, con le loro speranze e le loro paure, augurandosi di trovare sollievo e cura ai propri mali.
Tra le tante persone in carne ed ossa, nei corridoi del nostro ospedale, un occhio attento non potrà non notare le tracce del passaggio di un fantasma: un’eterea ed inafferrabile figura, intenta a colmare, non vista, le lacune della segnaletica ospedaliera.
Rimango ogni volta rapito, a studiare i disegni che il nostro spettro lascia a riprova del suo passaggio.
Infatti, non pago di indicare all’utenza la strada più breve per raggiungere il bar o gli ascensori, il nostro misteriosissimo amico accompagna tali indicazioni con disegni esplicativi, tratteggiati su fogli di fortuna.
Le scale ed i corridoi del San Paolo fioriscono così di cartacee creazioni, vergate con cura, talvolta con pochi tratti di penna e talaltra con generoso uso dei colori. I tratti sono naif, come l’intento dell’Autore (che mi sento in dovere di onorare della maiuscola).
Non conosco il volto né le mani che danno vita a quei fogli. Ho qualche sospetto, che tengo per me, non certo per condurre mie privatissime indagini ma perché temo di mettere in fuga il fantasma “segnaletico”.
Che sia una forma di autismo che nei cartelli arrangiati trova una strada per comunicare col prossimo o più semplicemente il desiderio di rendere in qualche modo migliore il nostro ospedale, devo dire che a quei disegni io mi sono affezionato.
Puntualmente una mano istituzionale li strappa dalle pareti delle corsie. Ne capisco le ragioni, e ne sorrido. Tanto, il mio amico-fantasma “segnaletico” puntualmente li sostituirà con nuove, colorate creazioni.
Il San Paolo, in fondo, è anche casa sua.
Foto di Fulvio Floccari©
1 Comment
Cristiana
22/04/2014 at 17:46Si sa benissimo chi è l’autore 🙂 anche io rimango spesso molto affascinata da queste creazioni…