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Libertà vigilata
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Editoriali

Libertà vigilata

20 Settembre, 2013 Enrico Paravani Editoriali, Opinioni 1 comments

[heading style=”subheader”]“Bisogna amare l’Italia con orgoglio di europei e con l’austera passione dell’esule in patria”

P. Gobetti[/heading]

Ammiro da sempre chi è convinto di essere libero, di vivere sentendo la libertà tra i capelli e la propria vita dominata dalle proprie azioni, ma è davvero così?

Riflettete e, come direbbe Marzullo, rispondetevi: siete veramente artefici del vostro destino?
Illusi, vi illudete di avere la vostra vita a vostro uso e consumo ma non è così, non può essere così, siete chiusi in gabbia come cardellini ciechi costretti a cantare per far finta che il vostro mondo sia il migliore possibile. Liberi non lo siete stati mai e non lo sarete!
Avete sempre avuto bisogno di un qualcuno che, volenti o nolenti, farà le veci del vostro bel cervelletto, che pensa di essere autonomo, ma lo pensa soltanto.
Mancate di idealità, di autonomia, di pensiero. Vi fate condizionare dai pregiudizi precostituiti. Non riuscite a pensare con la vostra testa e quando pensate di essere pensanti è perché avete preso in prestito da qualcuno una citazione o un aforisma e lo avete plasmato a vostra immagine e somiglianza.

Gramsci lamentava che l’individualismo italico è sempre pronto a confluire nelle “cricche, le caste, le camorre, le mafie, sia popolari sia legate alle classi alte”.
Con la libertà vera, quella della libertà di coscienza, di impegno, di autonomia di pensiero, provate disagio. Meglio aderire al Gruppo dell’Uomo della Provvidenza. Vi offendete quando vi si dice che l’italiano medio è così. Ma l’offesa è data dalla presa di coscienza che è “proprio così”. Rassegnati a vivere in un Paese che tale non è, dove meritocrazia, rispetto delle Istituzioni, lealtà, efficienza, ecc…  sono solo belle parole sbandierate da tanti, con falsa convinzione.
Accettate tutto ciò, chiedendo in cambio un po’ di quella “libertà distruttiva” tanto ambita dalla classe dirigente: poter evadere le tasse senza correre troppi rischi, poter sanare una casetta abusiva, farvi la vacanzina felice e regalarvi la tanto agognata moto che sognate fin da piccoli. Sogni individuali a scapito della felicità collettiva.  Poter abusare della cosa pubblica anziché costruirla e valorizzarla insieme agli altri.
Un fenomeno psicologico difficile da comprendere, a meno di non scoprire i meccanismi sottili che sottendono le reti di relazioni tra i poteri e la fitta coltre di relazioni che legano il capo alla sua corte. Una corte che si amalgama a favore della difesa del branco.
C’è grande differenza tra la libertà dei servi e la libertà dei cittadini:

“La libertà dei servi o dei sudditi consiste nel non essere ostacolati nel perseguimento dei nostri fini. La libertà del cittadino consiste invece nel non essere sottoposti al potere arbitrario o enorme di un uomo o di alcuni uomini”. (Viroli)

E’ il Dispotismo mite, per dirla alla De Tocqueville, a permetterci di non essere ostacolati nel perseguimento dei fini particolari.
Tremendamente attuali queste parole, anche se scritte da De Tocqueville durante la Rivoluzione americana più di due secoli fa!
In fondo il Potere pensante superiore ama che i cittadini si divertano affinché non pensino che a divertirsi…
Siamo un popolo di miopi che la nostra avidità ha reso pecore mascherate da lupi… e viceversa…liberi di stare in gabbia aspettando il nuovo pastore, ogni volta diverso ma tremendamente uguale al precedente!

Foto Enrico Paravani ©
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Enrico Paravani

Artigiano, produce tutto ciò che si ottiene dalla trasformazione del legno escluso barche e stuzzicadenti, blogger e fotografo per disperazione.

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1 Comment

  1. giggi
    20/09/2013 at 08:17

    grande enrico concordo pienamente….up up up

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