[heading style=”subheader”]Prefisso 007[/heading]
La Merkel spiata dal 2002.
Anche Roma veniva controllata.
Sì, forse pure il salumiere sotto casa mia.
La storia dell’Ammmerica spiona sta diventando un cliché. Cattivi gli Usa che spiano la telefonata della Merkel al suo callista, o quella di Rajoy mentre dice all’amico di paella che Hollande ha i peli delle ascelle a batuffolo o addirittura Letta che limona a trivella con Berlusconi. Ah no, quello lo fa davanti a tutti.
Sui social network leggo mandrie di indignati che si sentono caviette in un piano a stelle e strisce dove nemmeno la lista della spesa è dispensata dalla possibilità di essere sputtanata da un Edward Snowden qualunque.
Son carichi, pronti a marciare verso il nonnulla per ricordare agli States che sta male ascoltare le telefonate altrui. Son indignatissimi a tal punto da scriverlo su Facebook! Però.
Però fanno lo sconto a tutto il resto. Alla tracciabilità dei pagamenti sopra i mille euro, alla sorveglianza elettronica, al raccattamento dei dati, al codice fiscale mentre compriamo le sigarette al distributore. Pure farsi una sana navigata su qualche sito porno, protetti dall’anonimato di un internet point, poco tempo fa, era impossibile: ci si doveva identificare e il gestore era tenuto a salvare i dati della navigazione. Ti salvavi dall’occhio tomponziano di tua moglie, ma non potevi fuggire a quello complice e ridanciano del filippino al bancone.
E adesso cosa succede? Succede che a Hollande gli girano le baguette, alla Merkel viene l’ulcera duodenale e più o meno mezza Europa, Italia inclusa, vorrebbe lo scalpo di Obama.
Quindi c’è uno spionaggio “se po’ fa’” e uno “nun se po’ fa’”. E noi lo sappiamo benissimo, ma preferiamo soprassedere su alcuni tipi di spionaggio, perché ci fa comodo continuare a vivere nell’illusione che mentre “scegliamo” il film di Sky solo noi sappiamo cosa stiamo facendo, che quando digitiamo “bella topa” su Google nessuno sappia cosa stiamo cercando, che l’applicazione fresca di download nel nostro iPhone fiammante sia affare unicamente nostro.
E, tanto per condire, mettiamo lo scibile della nostra vita su Facebook, diventando complici dello stesso apparato spionistico che ci suscita vomito a getto. Di parole, naturalmente.
Domani avremo dimenticato questa faccenda tornando a osannare l’Ammmerica per quanto è avanti, mentre qualcuno non ha dimenticato proprio niente di noi e ci ringrazia di avergli reso il compito più facile.
Foto di Enrico Paravani ©
2 Comments
Carmelo Alfarini
28/10/2013 at 15:49Commento intelligente e molto franco.Sappiamo scandalizzarci contro l’America, specie se si è sinistroidi, e non ci ribelliamo quando siamo costretti alla tracciabilità dei pagamenti anche se compriamo un piatto di pastasciutta.
Nessuno ha ancora valutato i danni all’economia, per il fatto che non si possa più incassare un assegno girato. Per molti, che non possono emettere assegni perché protestati, poterlo fare era una soluzione e l’economia girava. In compenso facciamo finta di fare la lotta all’evasione.
Francesca Luciani
28/10/2013 at 16:54Di fronte all’evasione c’è un’indignazione da palcoscenico. Tirato il tendone, si salvi chi può: scontrini e fatture sono robe da rompicoglioni.
Grazie per l’apprezzamento. 🙂