Lettera aperta ricevuta dalla Associazione Caponnetto di Civitavecchia.
Al Commissario Straordinario del comune di Civitavecchia, Dr. Santoriello
e p.c. Al Procuratore Capo della Procura della Repubblica di Civitavecchia, Dr. Gianfranco Amendola
Al Coordinatore della DDA di Roma e del Lazio, Dr. Giuseppe Pignatore
Egregio Commissario Straordinario,
nel ringraziarla del suo sollecito riscontro, siamo a sottolinearle, però, come la vaghezza della sua risposta non sia atta a tranquillizzare né noi, né la collettività amministrata. Infatti la sua nota, nel confermare l’esistenza di un’azione di verifica, come dalle nostre risultanze, non risponde, però, nel merito dei specifici quesiti da noi posti con particolare riferimento alla veridicità della notizia relativa alla sottoscrizione, nell’ultimo biennio, di numerosi contratti in assenza di autorizzazione antimafia nonché se abbia proceduto a segnalare qualsivoglia anomalia agli enti sovraordinati.
Prendiamo atto, nel contempo, con un certo sollievo, ma anche con una certa perplessità, di quanto affermato a mezzo stampa dal Segretario Comunale Lucidi; perplessità in quanto ci permettiamo di sottolineare che la certificazione antimafia è tesa a prevenire il fenomeno delle infiltrazioni e, conseguentemente va richiesta prima del termine della procedura; sollievo nell’apprendere, invece e per fortuna, che nessuna richiesta di informativa è successivamente risultata positiva.
Le chiediamo, in qualità di responsabile pro tempore dell’ente locale, di voler diradare queste nostre perplessità con sue precise esternazioni in merito.
Cogliamo l’occasione, inoltre, per esprimerle la nostra profonda preoccupazione per aver appreso dall’analisi dei documenti relativi la gestione della cosiddetta “Emergenza rifiuti”, che alla stessa è stata data, sebbene transitoriamente, risoluzione tramite l’attivazione di rapporti contrattuali con la Pontina Ambiente srl.
La società in questione, infatti, già destinataria di un provvedimento interdittivo adottato nel 2006, è stata recentemente coinvolta, come ben evidenziato dalla stampa nazionale e regionale, in ben due procedimenti penali (nr.7449/2008 e 13928/2008), il suo legale rappresentante ed alcuni dei membri del suo consiglio di amministrazione sono stati sottoposti a custodia cautelare ed infine parte dei beni della stessa sono stati sottoposti a sequestro preventivo. Nella certezza che anche in questo caso, visto anche l’alto onere contrattuale, si sia proceduto alla doverosa verifica dei requisiti presso la Prefettura, siamo a chiederle di rendere noto quale sia stata in merito la risposta di quest’ultima e se in considerazione del fatto che le informative antimafia non mirano certo all’accertamento di responsabilità precise, compito demandato alla Magistratura, bensì si collocano come azione di prevenzione alle infiltrazioni mafiose e/o criminali nel tessuto socio/economico/amministrativo, non ritenga che sussistano i criteri di recesso unilaterale del contratto come previsto dalla normativa vigente.