TerzaStrada riceve e pubblica questa lettera di Luciano Damiani.
In questi tempi accadono cose “turche”. Veramente non si capisce bene se siano nodi che vengono al pettine o il normale decorso della malattia politica. Certo è che le detonazioni sono ben forti. Quelle che scoppiano a Roma certo sono ben più imponenti di quelle che accadono nelle cittadine di provincia, ma è pur vero che se si considera il microcosmo cittadino, forse il “piccolo botto” è molto più rumoroso di quello avvenuto lontano, nonostante sia avvenuto nel cuore della politica nazionale.
Bisogna però stare al passo con i tempi ed ormai, come si dice, quel che è fatto è fatto o se più piace, l’acqua passata non macina più, per cui, chi se ne frega: ormai il botto è fatto.
Ciò che intriga l’intelligenza di chi “guarda e ascolta” è quel che avviene ed è avvenuto dopo. Perchè mai? Ma perché all’occhio critico si propone qualcosa di particolarmente simile nei meccanismi e nelle “promesse”. C’e chi si chiede cosa sia destra e cosa sinistra e nel nostro caso non si capisce gran che nel senso che i comportamenti di chi occupa a Roma gli scranni di centro-destra non sono tanto diversi da quelli che a casa nostra occupano gli scranni del centro-sinistra. Mi riferisco, per esser chiaro, alle reazioni seguenti alla “cacciata del Re”. Posto che i traditori sono traditori qualunque casacca portino, posto che il potere fa il politico traditore, posto che certe volte non è chiaro chi sia il traditore ed il tradito, posto tutto ciò, mi fa sorridere vedere come colui che si proclama “tradito” urli allo scandalo e chiami il suo popolo in piazza per manifestare quanto lui sia “tradito”. Lo fa maneggiando il megafono come chi volesse sovrastare l’altrui voce. Il sig. Berlusconi ha bisogno della piazza… che i suoi non entrerebbero manco nello stadio, al nostro invece basta l’aula consiliare per rendicontare quanto li sia stato tradito, lui che tanto ha fatto per il bene, insomma le proporzioni son proporzioni, o forse sarà stata una questione di temperatura, il Berlusca, più vicino del nostro al Duce, forse avrà voluto far vedere la sua fisicità, il suo esser vicino al popolo, il nostro forse avrà voluto mantenere ancora un profilo “istituzionale”, lontano dal populismo di nazional-socialista memoria. Ma, si sa, l’apparenza spesso inganna e non si capisce bene, tutto è avvolto in una sorta di nebbia caotica dove la condensa s’agita sospinta da una sequela di palate di merda, da un rincorrersi di accuse, invettive, insulti che offuscano la visione del presente e l’idea del domani.
E come in una sorta di vendetta promessa, entrambi, dopo aver strillato “al traditore”, promettono al proprio popolo la rivincita per la prossima tenzone elettorale, entrambi salvatori del paese e detentori della sapienza, momentaneamente scacciati da infingardi figuri per indicibili trame.
Non stupisca questa di similitudine, perchè ve n’è ancora. Entrambi dicono: “Son traditori ma non diteglielo troppo forte che ne avremo bisogno per il futuro governo”. Pressappoco queste sono state le parole del Cavaliere e similmente il nostro ex sindaco ha dichiarato che ancora farà patti con il partito del traditore nel futuro prossimo… per governare o pur di governare si potrà pur far finta che nulla sia accaduto o che tutto sia passato, superato, masticato e digerito.
Ma chi ben vede oltre la nebbia, sa che è stata tradita la promessa che è stata fatta al paese o alla città. Cari signori, potete strillare con la forza di mille megafoni ma non riuscirete a darla a bere a coloro che sono liberi, a coloro che non sono più sudditi del signore, che non sono più vittime di plagio. Per coloro che non sono più liberi ma son venduti per sete o per bisogno non è necessario alzar la voce, basta un sms il giorno prima delle elezioni. Quindi per chi strillate? Forse per qualche consenso in più? Che fatica per così poco!!
Foto di Enrico Paravani ©
2 Comments
pappagone
02/12/2013 at 16:52un articolo per chi sta ammanicato nella politica e poco chiarificatore per chi la segue da lontano, dai giornali, un ingarbugliato tutti contro tutti e la frase più eloquente è ” una sequela di palate di merda,”
Fulvio Floccari
02/12/2013 at 22:15Molto eloquente è anche firmare un commento con il nome “Pappagone”.
Non c’è il coraggio delle proprie parole.
Non c’è capacità di divertire (il vero Pappagone lo farebbe).
Giudizi gratuiti di un pavido.
Buona lettura.