Mattarella scioglie le Camere, con quasi tre mesi di anticipo (per la precisione 79 giorni) sulla data prevista dalla Costituzione della Repubblica Italiana: il 15 marzo 2018. La notizia non ha alcun risalto sulla stampa nazionale, come fosse un gesto di ordinaria amministrazione, mentre non lo è affatto.
Il Presidente Gentiloni ha infatti tenuto oggi la conferenza stampa di fine legislatura contrapponendo la sua lugubre e compassata monotonia alla sfacciata esuberanza del suo predecessore Matteo Renzi e dimenticando di dimettersi.
La Costituzione, all’articolo 73 recita infatti “il Presidente della Repubblica può, sentiti i Presidenti della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica, indire le elezioni della Camera dei deputati prima del termine ordinario, nel caso di dimissioni del Governo ai sensi dell’art. 76.”
E allora: se il Governo non ha presentato dimissioni, quali sono le altre cause di scioglimento anticipato delle Camere?
La disciplina è complessa e nessuna normativa regolamenta tale aspetto nel dettaglio, ma le cause universalmente riconosciute dal Diritto Costituzionale sono:
• ragioni di opportunità politica segnalate da una consistente maggioranza dei partiti presenti in Parlamento;
• impossibilità di formare un Governo che abbia la fiducia delle Camere;
• situazioni sociali o politiche particolari nelle quali è consigliabile il ricorso al voto popolare.
Quale delle tre fattispecie si è avverata in questi giorni. Parrebbe proprio nessuna…
E allora? Perché Mattarella avrebbe deciso di sciogliere anticipatamente le Camere, che celebrano oramai da quasi cinque anni la pacifica convivenza della destra e della sinistra al Governo?
A riguardare la Costituzione si scopre che in realtà, al di là della titolarità formale, il potere di sciogliere le Camere è in realtà del Governo, in quanto il Decreto del Presidente della Repubblica con il quale si chiude la legislatura non ha alcun valore se non controfirmato dal Presidente del Consiglio.
Segue un breve estratto degli Appunti di Diritto Costituzionale dell’Università di Torino, reperibili al seguente link).
Quindi il Governo si è suicidato. Perché?
Forse per far coincidere la data delle elezioni politiche con quella delle regionali, sperando in un effetto trascinamento delle prime verso le seconde (o viceversa)?
Ne sarà contento Nicola Zingaretti, che voci di corridoio riportano sia stato convinto a ricandidarsi come Governatore di Regione Lazio solo dietro l’impegno del Governo ad evitare il temuto election day. Si vocifera infatti che lo stesso Zingaretti spingesse per candidare il suo fedelissimo Gasbarra in Regione, riservando a sé stesso una più sicura candidatura “blindata” in Senato. Si sa… il PD non gode dei favori degli scommettitori per le prossime regionali nè si può fare troppo affidamento sulle promesse di un politico…
Fatto sta che la XVII legislatura dura così 1748 giorni, contro i cinque anni esatti (1826 giorni, potendo contare su un solo anno bisestile, il 2016) che la Legge Costituzionale prevederebbe. Tra le legislature che hanno terminato il quinquennio è quella durata di meno.
Nel prospetto che segue le legislature che hanno completato il quinquennio sono riportate in grassetto:
Prima legislatura (1948-1953) – 1874 giorni
Seconda legislatura (1953-1958) – 1812 giorni
Terza legislatura (1958-1963) – 1795 giorni
Quarta legislatura (1963-1968) – 1847 giorni
Quinta legislatura (1968-1972) – 1450 giorni
Sesta legislatura (1972-1976) – 1502 giorni
Settima legislatura (1976-1979) – 1080 giorni
Ottava legislatura (1979-1983) – 1482 giorni
Nona legislatura (1983-1987) – 1449 giorni
Decima legislatura (1987-1992) – 1756 giorni
Undicesima legislatura (1992-1994) – 722 giorni
Dodicesima legislatura (1994-1996) – 754 giorni
Tredicesima legislatura (1996-2001) – 1846 giorni
Quattordicesima legislatura (2001-2006) – 1776 giorni
Quindicesima legislatura (2006-2008) – 731 giorni
Sedicesima legislatura (2008-2013) – 1778 giorni
La diciassettesima legislatura finisce quindi con quasi tre mesi di anticipo per una scelta politica e non per un naturale automatismo, mentre a tutt’oggi il Governo Gentiloni non ha rassegnato le dimissioni, come la Legge Costituzionale prevederebbe.
Quali calcoli politici hanno condizionato una simile scelta?