Noi osserviamo l’universo, e per questo l’universo esiste. (La malinconia di Haruhi Suzumiya)
Immagino che anche a voi è capitato di contemplare le dimensioni dell’Universo. Si calcola che l’universo abbia quasi quattordici miliardi di anni, che contenga più di cento miliardi di galassie, e che gran parte delle galassie contengano all’interno miliardi di stelle. Per citare un libro di Carl Sagan, miliardi e miliardi di stelle (e di pianeti). Questa enormità non può non darci un brivido perché ci dimostra quanto siamo trascurabili nel tempo e nello spazio in un universo così enorme. Eppure … Eppure…
Eppure viviamo in una posizione Spazio Temporale privilegiata perché le leggi dell’universo permettono che in questo momento e su questo pianeta noi osservatori possiamo esistere. In particolare vale la pena di citare due enunciati del principio antropico formulati dal fisico Brandon Carter:
- “Dobbiamo tenere presente il fatto che la nostra posizione (spaziotemporale) è necessariamente privilegiata, in quanto compatibile con la nostra esistenza di osservatori “ (Principio antropico debole).
- “L’universo (e di conseguenza i parametri fondamentali che lo caratterizzano) dev’essere tale da permettere la creazione di osservatori all’interno di esso a un dato stadio (della sua esistenza)” (Principio antropico forte)
Il principio antropico pone la questione dell’esistenza di un osservatore intelligente e del suo interagire con il resto dell’Universo su un terreno sdrucciolevole al confine tra la scienza e la filosofia. I principi Antropici, così privi di numeri, di calcoli e di misure sperimentali non lasciano indifferenti gli scienziati. I cosmologi li interpretano in base alle teorie che stanno sviluppando, ma anche in base alle proprie convinzioni filosofiche. Alcuni cosmologi accettano i principi antropici e li ritengono compatibili con le teorie che prevedono l’esistenza di molti universi. Secondo loro esisterebbero molti universi ma solo quelli in grado di sviluppare della vita al loro interno possono essere osservati. Nessun disegno intelligente, solo il caso.
Confesso che mi piace pensare che viviamo grazie ad un universo le cui leggi fisiche consentono la nostra esistenza. Se per molti scienziati non significa molto, d’altronde è scontato che il principio antropico non giustifica l’idea del disegno intelligente, per me che sono un inguaribile ottimista mi rallegra il fatto di vivere in un universo fatto su misura, forse giusto un pochino troppo grande.
Emanuele La Rosa
©Foto su gentile concessione del mio caro amico Marco Meniero.