Il dolore sta arrivando.
Questi paesi del nord devono fare i conti con la mestizia. Mestizia costituzionale. Difficile dire quanto l’animo dipenda da abitudini ormai consolidate e quanto invece da una forza superiore climatica che da millenni forgia al contrario queste persone. Non potrà mai riuscire nulla di buono da questa parte del mondo. Sono nati sconfitti, per loro fortuna.
Il dolore sta arrivando. Non ho paura del dolore, non devo averne. Ecco le avvisaglie. Ho il terrore delle avvisaglie. Ho il terrore della conta dei secondi che separano le pulsazioni lancinanti in rapida successione. Non posso evitare l’attesa ma posso provare ad ingannare il dolore. Il brevissimo sollievo tra una fitta e l’altra è rovinato dall’attesa di una nuova crisi. Non c’è sollievo. A Luglio in questo posto abbandonato nel nulla non resistono nemmeno gli insetti. Fa freddo ed è umido. Il fiume sembra riversarsi per sbaglio in questa landa governata dal fango. Sembra merda. Devo pensare a cosa dire. So cosa fare ma devo pensare a cosa dire. Ecco la minuta, o forse è meglio attendere che la personale condanna giornaliera finisca. Ho il terrore dell’attesa del dolore e non riesco a concentrarmi su nulla. Provate voi uomini da niente, fuori da questa tenda, a contrastare il bisogno fisiologico. E’ come il clima di questo posto. Ineludibile.
Finirò per morire dissanguato. Un imperatore che muore dissanguato al cesso.
Eccoli che mi cercano. Mi devo alzare.
Qualche secondo ancora. Sangue e merda. Come la guerra.
Non ho paura del dolore.
Questo piccolo zar lo capirà a breve. Qualche secondo ancora.
3 Comments
Michele Pascale
17/08/2015 at 19:15Caro Scanu, stilisticamente la tua prosa è troppo ridondante. Non basta dire “merda” per dosvelare, come direbbe Heidegger “la merdità dell’essere in quanto merda”. I concetti si frappongono al linguaggio ed ambedue incespicano. Comunque ti devo dare atto che funzioni molto meglio come narratore che come aspirante movimentista o politico (o non movimentista o non politico? Boh…)
Sergio Scanu
19/08/2015 at 15:04Come direbbe Heidegger non basta dire emorroidi per disvelare nel lettore il sentore di parlare invece della merda. Non si parla della merda ma di un fatto storico realmente avvenuto (la Pace di Tilsit). Ti ringrazio del giudizio sulla prosa e mi riservo il diritto di continuare ad essere ridondante dato che. incidentalmente, è una ridondanza voluta.
Anzi aspiro alla coazione a ripetere.
paola angeloni
16/09/2015 at 23:23Caro Scanu, invece io sono contenta di trovarti qui per caso…ed è un caso particolarissimo che un uomo educato alla scienza ed alla tecnica si cimenti in ambito storico, permane qualcosa di fisiologico, ma di uomo si parla…come in Heidegger c’è un superamento dell’ uomo ” tecnico “, sia narratore, che movimentista o narratore… c’è nostalgia di un uomo che teme di morire dissanguato, è l’analisi dell’ angoscia, della “deiezione “, dell’ esistenza inautentica vissute come rifugio che ottunde dinanzi alla scelta autenticamente significante dell’ essere-per-la-morte. Il vero pericolo è invece quello di essere superspecializzati ed al servizio di un potere manipolante che sfrutta la natura e l’ uomo : a noi sembra che il fiume si riversi per sbaglio, ma il fiume sa quello che fa. Aspira alla coazione a ripetere. Sono docente di filosofia, attenta al linguaggio e ai concetti….