Caso bizzarro e molto divertente quello di Jim Kazanjian, assolutamente emblematico del nostro tempo condizionato, forse dominato, dalla tecnologia informatica. Immagini sorprendenti ottenute senza sollevare il deretano dalla sua postazione pc. Si perchè l’americano Jim non è un fotografo. Non usa alcuna macchina fotografica e quindi la sua attività non consiste nel fare degli scatti.
Jim realizza fantastiche immagini di luoghi e cose che non esistono, o meglio che esistono solo in parte, visto che il suo prodigioso lavoro sta nell’assemblare fotografie altrui raccolte dal web e che confluiscono in favolosi collages virtuali. Ogni singola immagine finale, oltre a richiedere uno spaventoso lavoro di manipolazione digitale, può comportare il ricorso anche di 50 ritagli provenienti da altre fotografie.
Architetture inverosimili ambientate in luoghi incompatibili, cortocircuiti visivi, strutture fantasiose con le quali l’autore si sbizzarrisce nell’inventare situazioni architettoniche a tratti impossibili eppure quasi credibili, giocando con gustosi rimandi artistici a volte sfacciati: come non riconoscere immediatamente certe ambientazioni surrealiste o certe complicazioni strutturali di escheriana memoria, o perfino certe cupe atmosfere fantasy che sembrano strizzare l’occhio allo stile dark di Tim Burton? Sorprende il realismo e la verosimiglianza degli ambienti e delle ricostruzioni che si distinguono per una incredibile (è proprio il caso di dirlo!) naturalezza.
Possiamo disquisire o meno sulla legittimità di definire tali prodotti di photoshop come fotografia in senso stretto, probabilmente non lo sono. Però il risultato finale è un’immagine che ha una valenza artistica dal punto di vista estetico sicuramente paragonabile a quella di una foto d’autore e la bravura di Jim è assolutamente fuori dal comune. Grazie ad un approccio metodologicamente onesto e ad una notevole sensibilità le sue opere non mancano di esprimere una certa intrinseca, tragica poeticità; tema centrale i costanti richiami ad un rapporto conflittuale, a volte catastrofico, tra uomo e natura, il cui risultato sono emblemi di degrado e di abbandono, alleviati da quell’aurea di fantastico surrealismo che ne fa dei decadenti monumenti senza tempo.
Immagini sorprendenti ottenute senza sollevare il deretano dalla sua postazione pc.