Risvegliata dalla recente mozione Grande (M5S) sulla riapertura dell’AIA 2013, Civitavecchia ha ripreso a guardare con attenzione alla più grande centrale a carbone d’Italia, figlia dell’Amministrazione De Sio ed amante condivisa dalla giunta Moscherini e da quella Tidei (Pietro).
In questi giorni i professionisti del depistaggio, forse ansiosi di negare ogni utilità alla mozione Grande, invitano l’attuale Amministrazione Comunale a non perdere tempo intorno alla mozione ed a segnalare invece alla Procura della Repubblica eventuali violazioni di prescrizioni presenti nella VIA o nell’AIA.
Ma la violazione di prescrizioni VIA o AIA ha davvero rilievo penale?
Purtroppo no.
In particolare l’art. 29 del DLgs n. 152/2006, modificato dall’art. 1, c. 3 del Decreto Legislativo n. 4/2008, dispone che:
“Qualora si accertino violazioni delle prescrizioni impartite o modifiche progettuali tali da incidere sugli esiti e sulle risultanze finali delle fasi di verifica di assoggettabilità e di valutazione, l’autorità competente, previa eventuale sospensione dei lavori, impone al proponente l’adeguamento dell’opera o intervento, stabilendone i termini e le modalità. Qualora il proponente non adempia a quanto imposto, l’autorità competente provvede d’ufficio a spese dell’inadempiente.”
Tale atteggiamento oltremodo accondiscendente, è stato recentemente confermato con le misure introdotte dal DLgs n. 46 del 4 marzo 2014, che dispongono la depenalizzazione anche per alcune violazioni delle prescrizioni dell’Autorizzazione Integrata Ambientale.
Per quanto riguarda la centrale a carbone di Torrevaldaliga Nord, la violazione delle prescrizioni impartite con la VIA riguarda i parametri di esercizio dell’impianto, ovvero le ore di funzionamento annue (6.000) e le tonnellate di carbone bruciate (3.600.000). Questi due parametri non sono oggetto di una specifica prescrizione, è vero, ma attengono ad un aspetto che si colloca a monte delle prescrizioni stesse: i parametri progettuali di base.
Il progetto valutato nell’ambito del Decreto VIA 680/2003 prevedeva infatti 4 gruppi, da alimentare ciascuno con un carico di 2000 tonnellate di carbone/ora, per un totale di 6000 ore/anno di lavoro (raggiungendo un carico teorico di 4,8 milioni di tonnellate di carbone/anno). La triste condizione epidemiologica della città di Civitavecchia spingeva però Regione Lazio a prescrivere ad ENEL di ridurre i gruppi termoelettrici da 4 a 3.
Realizzati solo tre gruppi, ENEL sin da subito si attivava per recuperare le tonnellate di carbone perse, bruciando un 25% in più del previsto e dichiarandolo indisturbata sino al 2013, quando la nuova AIA legalizzava il quarto gruppo virtuale.
Ora, come sostenuto dall’On. Marietta Tidei, la Commissione Tecnica di verifica dell’impatto ambientale avrebbe recentemente concluso che l’incremento da 6.000 a 7.500 ore/anno di funzionamento non costituisca una violazione delle prescrizioni VIA, ma un semplice scostamento rispetto ai “dati di progetto”, tale da non “incidere sugli esiti e sulle risultanze finali” della valutazione.
Una simile circostanza, lungi dall’avere risolto la questione, dimostrerebbe come sia stata decisamente mal riposta la discrezionalità attribuita agli organi tecnici, in quanto chiunque, senza bisogno di attingere a particolari competenze tecnico-scientifiche, può comprendere come la combustione di ben 900.000 tonnellate di carbone in più per ogni anno, con la relativa immissione in atmosfera di ulteriori migliaia di tonnellate di inquinanti, rappresenti eccome per qualsiasi impianto una modifica progettuale tale da “incidere sugli esiti e sulle risultanze finali” di una valutazione di impatto ambientale.
Per questi motivi, pur in assenza di violazioni di carattere penale (che pure dovrebbero essere introdotte nel nostro ordinamento), il Decreto Ministeriale 114/2013 di rinnovo dell’AIA e le sue 900.000 tonnellate di carbone in più ogni anno, rappresentano la violazione non di una semplice prescrizione, ma del Decreto VIA 680/2003 nel suo complesso.
Certo stupisce rilevare con quanto zelo l’On Tidei (Marietta) abbia difeso, nel suo intervento alla Camera dei Deputati, l’AIA 2013. Forse l’amore filiale la spinge a difendere quella Autorizzazione che il padre Pietro annunciò come un grandioso successo? O forse la priorità della nuova generazione della casata collinare è solo quella di sminuire l’iniziativa a cinque stelle?
Se nessuna delle due ipotesi fosse invece quella corretta, sarebbe opportuno che l’On Tidei Jr, che ricordiamo renziana della prima ora, adoperasse la sua influenza sul Governo per spingerlo a disporre il riesame dell’AIA della centrale di Torrevaldaliga Nord, al fine di ricondurre l’impianto ai parametri di esercizio prescritto dal Decreto VIA 680/2003 (ovvero 6.000 ore di funzionamento e 3.600.000 tonnellate di carbone ogni anno) o a parametri ancora più stringenti, che tengano nel dovuto conto il pessimo stato di salute della città.
Foto di Giulio Santoni©