Perché mi oppongo da sempre alle borse di lavoro?
I fattori sono molteplici: essenzialmente perché non servono a nulla, sono progetti fatti per durare solo pochi mesi e che non regolarizzano una situazione di disagio. Infatti, a differenza di alcuni progetti portati avanti negli anni, che puntavano all’inserimento nel mondo del lavoro dei tirocinanti, questo tipo di modello non porta mai alla stabilizzazione di chi usufruisce di tali contratti. Non solo, spesso rimangono schiavi e sotto scacco della politica che continua ad esercitare il proprio potere nei confronti di queste persone, soprattutto in tempo di elezioni…
Altro dubbio che ho da sempre è il modo in cui vengono scelte le persone che poi iniziano questi percorsi. Infatti è direttamente la cooperativa a prendere l’appalto e decidere chi e quando inizierà a lavorare. Questo non significa che non scelgano chi non ha realmente necessità, ma che scelgono chi in qualche modo è legato a qualcuno.
Le borse di lavoro sono state portate avanti in questo modo. Magari un ente (tipo Enel) metteva a disposizione una cifra e i servizi sociali affidavano poi questa cifra alle cooperative, che sceglievano il personale e si trattenevano una cifra che andava a coprire le spese di formazione (quale formazione???). E così, a botte di 50.000 € sono stati buttati via soldi che potevano servire a stabilizzare i lavoratori.
Questo è una questione che ho sollevato più volte, anche all’allora assessore ai servizi sociali Leopardo. Oggi il problema, mai risolto, torna alla carica… gruppi di disperati, spinti dalle cooperative e dalla politica, e con l’onnipresente Leopardo pronto a cavalcare ogni manifestazione degli ex borsisti, che si arrogano il diritto di un lavoro che mai e dico mai è stato vicino alla stabilizzazione, a discapito degli altri disoccupati, lontani da queste nuove forme di ricatto occupazionale. Dico “a discapito” perché per questi non si trovano mai soldi.
Questi sono gli enormi danni sociali regalati da una politica fatta di false promesse e di enormi sperperi collettivi.