L’Autorità Portuale di Civitavecchia assume senza concorso decine di persone. Lo scandalo, denunciato senza sosta dal nostro Massimo Pantanelli, ha finalmente destato l’attenzione della locale deputata del Pd Marietta Tidei, giovane rampollo del blasone democratico collinare. Quest’ultima ha quindi rivolto una interpellanza ai Ministri delle Infrastrutture e dei Trasporti, della Funzione Pubblica e dell’Economia.
E brava l’Onorevole!
E’ doveroso però per TS analizzare nel dettaglio la tempistica dell’intervento di Tidei Jr.
Dopo una lunga fase di pacifica convivenza tra il blasone allumierasco e l’Autorità Portuale (ricordate l’idillio dell’estate scorsa e le promesse di collaborazione per le bici elettriche e la diga soffolta?), proprio ora che a papà Pietro è stata scippata la fascia tricolore, ecco che M. si scaglia lancia in resta contro Pasqualino & Co. Si tratta di semplice desiderio di vendetta? E’ iniziata una guerra tra fazioni, nel più classico degli schemi destra vs sinistra? Non credo.
Voglio credere infatti che certi giochini, tollerati sino a qualche giorno prima ed utili ad alimentare il rispettivo bacino elettorale, non vengano adesso messi alla berlina semplicemente per creare un comodo scoop per lanciare la campagna elettorale di famiglia. Qui la questione è un’altra.
In una Italia disegnata dal manuale Cencelli, che suddivide scranni e poltrone con un bilancino di precisione tra opposte fazioni, Civitavecchia vede una rivoluzione copernicana in atto. Il PD ed il PDL hanno talmente mal gestito la cosa pubblica, sia in chiave locale che in chiave nazionale, da gettare benzina sul fuoco del Movimento Cinque Stelle. L’incendio sta prendendo dimensioni epocali e le lobby politiche che si arrogano il diritto di possesso del nostro territorio sentono mancarsi il terreno sotto i piedi.
Cosa c’è di meglio allora di una bella Autorità Portuale, per poter continuare a gestire il potere in prima persona?
Tutta lì la partita. Con buona pace di coloro che avevano fatto un pensierino ad un posto di lavoro in Autorità Portuale: il vecchio adagio “Dimmi chi ti manda e ti dirò se hai diritto o meno a lavorare” non ha alcun colore politico. Si tratta di “realismo” nella visione di certa politica. Chi aspira alla legalità è un illuso.
L’interpellanza vergata di pugno dalla giovane onorevole democratica ricorda che la Legge che ha istituito le Autorità Portuali (n. 84 del 28 gennaio 1994) stabilisce la loro natura di Enti “con personalità giuridica di diritto pubblico“, obbligandole a selezionare e reclutare il personale secondo le procedure di “pubblica e trasparente selezione” o comunque “di selezioni che, nel rispetto della legge, garantiscano alla stessa Autorità l’individuazione delle migliori professionalità disponibili”.
Ribadiamo le parole “pubblica e trasparente selezione” e “migliori professionalità disponibili”.
Strano.
Proprio la nostra brillante Marietta è stata beneficiaria di diversi incarichi a chiamata diretta (da Endesa alla Regione Lazio), e non va dimenticata la sua fulminante ascesa nel listino “protetto” del PD (si vocifera grazie ad un accordo con il candidato tiburtino dello stesso partito Marco Vincenzi, ora capogruppo consiliare del PD in Regione). Può in tutta onestà dire che nel suo caso il cognome non abbia pesato?
Dall’altra parte lo stesso Pasqualino Monti , che definisce l’intervento “una interpellanza con argomenti privi di fondamento solo per rivolgermi un attacco politico personale’’ è un altro caso simpatico di carriera preda di correnti ascensionali fuori controllo. Da semplice dirigente dell’Ufficio Ragioneria dell’AP, il nostro prode ha raggiunto in 5 anni una nomina schiettamente politica (Comuni di Civitavecchia, Fiumicino e Tarquinia + provincie di Latina, Viterbo e Roma + camere di Commercio di Roma, Viterbo e Latina) che avrebbe dovuto tenere conto della “massima e comprovata qualificazione professionale nei settori dell’economia dei trasporti e portuale”. Massimo esperto, dopo soli 5 anni nel ramo…
Insomma, di “pubblica e trasparente selezione” e di “migliori professionalità disponibili” in questa storia se ne vedono poche. Sembra più uno scontro tra caporiòni…
Foto di Enrico Paravani ©