La disoccupazione giovanile è una piaga. Ruba il futuro ai giovani e li rende facili prede del signorotto di turno. Ed a Civitavecchia questa piaga è cronica.
Per anni l’obiettivo primario per molti genitori è stato infatti “il posto fisso” per i figli. Le Ferrovie dello Stato, con la stazione o i traghetti, il porto, l’Enel o Tirreno Power… Molti anni e troppe persone ad aspettare una possibilità, hanno trasformato la ricerca di un futuro in servilismo ed hanno generato una classe ristretta di regnanti e una decisamente ampia di sudditi.
Attualmente, ad eccezione del porto, in città non si assume più nessuno. La disoccupazione giovanile si attesta a circa il 40%, le aziende locali sono in crisi ormai da anni e tutto questo in presenza di uno dei poli energetici più grandi d’Europa.
Come è possibile?
A Civitavecchia, però, potrebbe essere diverso.
Abbiamo un Porto che, per l’ennesimo anno, vede un aumento del traffico merci ed un numero di passeggeri imbarcati, sbarcati o in transito, che confermerà quota 4.000.000 (QUATTRO MILIONI), dei quali oltre 2.300.000 metteranno piede a terra. Purtroppo sono troppi anni che la città non riesce a far fruttare questo patrimonio: guardiamo passare i turisti e non afferriamo le opportunità di lavoro legate a questo fiume di viaggiatori (e di denaro).
Da anni, insieme all’olio combustibile ed al carbone, si bruciano così generazioni, che nascono e vivono disoccupate.
È vero, la maggior parte dei turisti è in transito, ma è altrettanto vero che cresce ogni anno la quota dei croceristi che sceglie di trascorrere a Civitavecchia l’intera durata dello scalo (lo confermano le statistiche).
Allora, perché non cogliere queste occasioni?
Perché escludere che il settore turismo possa essere (e lo è) l’alternativa valida per dare una prospettiva diversa alla città?
Perché si parla di commercio e turismo solo in campagna elettorale?
Perché i sindacati pensano solo alle centinaia di lavoratori del polo energetico, prospettando addirittura riconversioni, dimenticando le migliaia che lavorano nel settore turistico?
Perché nei bilanci comunali compaiono cifre irrisorie da destinare al capitolo turismo?
Perché non si forniscono opportuni strumenti al settore?
Eppure c’è gente che chiede di lavorare nel turismo!!
Abbiamo un’infinità di risorse che ad oggi non sono state degnamente valorizzate. Sarà strano ma parlo di turismo, di commercio, di servizi, di mobilità e di tutto l’indotto.
Con la cultura si mangia!
Le Terme Taurine, Cencelle e la Villa di Belvedere (in zona Cappuccini), il Centro Storico ed il parco della vallata di Fiumaretta sono siti da sfruttare per poter incamerare flussi economici ad esclusivo vantaggio dei cittadini.
Il sito di Cencelle da anni è oggetto di improvvise volontà di valorizzazione che mai si sono concretizzate, ma, con un corretto restauro, con una oculata gestione delle visite guidate e del servizio di trasporto, da sola garantirebbe una buona occupazione permanente. Eppure è tutto in stato di abbandono totale, o quasi.
Quanto potrebbe rendere in termini occupazionali la Villa di Belvedere, che alcuni archeologi attribuiscono a Traiano? Quanto potrebbe offrire un vero parco pubblico archeologico al servizio alla città? Paradossalmente sono anni che giace lì abbandonato e la zona del parco ha rischiato di sparire nella nota vicenda Agraria-Unicoop.
Le Terme Taurine, sito archeologico di una bellezza unica, negli anni passati sono state gestite egregiamente dalla Pro Loco, la quale ha sempre lottato per poter incrementare il flusso turistico dell’area. Oggi invece il sito non è più valorizzato. Anzi, come se venisse snobbato, sembra essere l’esempio delle reali volontà di questa amministrazione in materia.
Il Parco della Vallata della Fiumaretta, che solo la caparbietà di Roberta Galletta ha mostrato in tutto il suo splendore, è a rischio distruzione per via della bretella A12-Porto che alcuni scellerati vorrebbero realizzare, gettando al vento i 5.000.000 di euro già spesi per la realizzazione del parco.
Il Centro storico, in modo particolare il quadrante via Sangallo, Via Leonardo, Corso Cencelle e Corso Marconi, può fare da volano all’economia cittadina. Occorre valorizzare gli arredi urbani, creare percorsi pedonali storici con guide turistiche, restituire alla città un mercato fruibile e funzionale, riconvertire la struttura delle “Carcerette” in luogo di cultura ed artigianato.
Le varie iniziative di trekking urbano ci dovrebbero insegnare che questo tipo di attività può creare importanti sbocchi occupazionali. Invece anche qui assistiamo inermi alla riapertura di zone pedonali al traffico veicolare, subiamo l’interminabile ristrutturazione del mercato, mentre i pochi arredi urbani esistenti sono in condizioni pietose.
Bel biglietto da visita per essere un centro storico!
Eppure con la valorizzazione del centro storico si creerebbero numerosi posti di lavoro, grazie alla ristrutturazione, alla gestione dei siti, alle ricadute sul terziario del flusso dei turisti, all’assunzione di guide turistiche ed a tutti i servizi che potrebbero essere offerti a questi.
Si potrebbe così sviluppare una nuova concezione di mobilità sostenibile, promuovendo la vivibilità della città nel senso più ampio, e creare eventi in grado di attirare un numero sempre maggiore di viaggiatori in città.
Tutto ciò rientra in una visuale di progresso culturale, sociale ed economico della città.
Un progresso che noi di #TerzaStrada vogliamo fermamente.
Un progresso che farebbe rinascere questa città, vessata da anni di malapolitica.
Foto di Enrico Paravani©