[heading style=”subheader”]Storie di ordinaria economia.[/heading]
2014, la grande crisi ha ormai colpito la stragrande maggioranza delle attività nazionali e cittadine e la quasi totalità dei settori merceologici esistenti.
Sembra però che ci sia un’eccezione: l’economia legata agli imprenditori cinesi.
La nostra città sta vivendo ormai da qualche anno una vera e propria invasione.
Fiumi di soldi che arrivano e rilevano qualsiasi cosa, per lo più attività commerciali.
Ultima a cedere l’ex “Casa del gelato”, dopo abbigliamento e ristorazione.
Si hanno anche notizie di richieste di concessioni di campi fotovoltaici.
Insomma una vera e propria invasione che va a toccare un po’ tutti i servizi e che sposta ingenti somme di denaro, che come fulmini attraversano il nostro territorio per poi fuggirne via, rapidi come sono arrivati.
Un costante impoverimento del nostro potere di acquisto: una guerra senza armi, combattuta andando a spolpare i già fragili equilibri sociali.
Quello che più sconcerta, da imprenditore, è vedere come i controlli siamo veramente blandi, quasi inesistenti, vedere come sia da una parte così difficile tirare avanti un’azienda e dall’altra parte come sia facile fare impresa.
Spesso subiamo una concorrenza sleale, con diritti sindacali non rispettati, norme europee e igienico/sanitarie non adottate.
Nella migliore delle ipotesi tanti non rilasciano scontrino, nella peggiore s’incazzano se glielo chiedi.
Le istituzioni, anche locali, spesso e volentieri vanno a braccetto con questi nuovi imprenditori: ci dialogano e ci fanno affari, lasciando noi allo sbando, storditi, calpestati, sfruttati.
Aprono centri di prostituzione mascherati da centri benessere? Lo fanno alla luce del sole, indisturbati, tranquilli, per mesi, senza alcun clamore.
Aprono porte su mura antiche, senza che i Beni Culturali intervengano (a dire la verità questo lo fanno anche gli italiani).
E noi poveri imprenditori locali?? Non ci resta che piangere, raccogliere le briciole di quello che lasciano e sperare che magari un giorno vengano a bussarci alla porta, per farci il favore di comprarci.
Foto di Enrico Paravani ©
1 Comment
Luca Corzani
19/03/2014 at 11:50..è la putrescenza della carcassa ad attirare gli sciacalli, si limitano a spolpare una preda già uccisa da qualcun altro ben più forte e violento, ma sono loro a fare ribrezzo perché bivaccano sui cadaveri , non il potente leone che si ciba di carne fresca e viva……