Con la pubblicazione della sua ultima analisi, continua la polemica a distanza tra il consigliere di maggioranza Stefano Giannini ed il “resto del mondo” riguardo le cifre e l’amministrazione dello scalo cittadino. Nei giorni passati, oltre agli scambi con il presidente dell’ente stesso, si sono aggiunti quelli con i rappresentanti dei lavoratori all’interno del Comitato e quello con il suo collega (consigliere e di partito) Marco Di Gennaro.
A questi scambi si deve aggiungere una serie di discussioni nate e proseguite su Facebook in cui il consigliere e altri esponenti e simpatizzanti della politica locale continuano a discutere dell’argomento porto.
Ma cosa avrebbe detto Giannini di grave da far infuriare così tante persone?
Semplice, secondo lui il “porto dei miracoli” non sarebbe così miracoloso come lo si dipinge. A supporto delle sue dichiarazioni presenta i dati ufficiali del traffico merci e passeggeri relativo al primo semestre di quest’anno pubblicati direttamente dall’Autorità Portuale, dove in effetti si nota un porto in leggera flessione.

Dati ufficiali Autorità Portuale di Civitavecchia (scaricabili qui)
Ovviamente è impensabile poter giudicare l’andamento di uno scalo estrapolando tali cifre da un contesto più ampio, ovvero senza considerare la contingenza negativa che sta affrontando l’Italia (ed in buona parte tutta l’Europa meridionale) o, tanto per fare un esempio, la questione Terni-Outokumpu che se risolta in maniera negativa per l’AST avrebbe ripercussioni disastrose sull’intero territorio, visto che le commesse con Terni coprono per gran parte il traffico delle rinfuse dello scalo (carbone Enel escluso, ma questa è un’altra storia…).
Quindi i contestatori del giovane consigliere hanno ragione?
Forse… Ad ogni modo, Giannini non si ferma alle cifre nude e crude, anzi.
Continua e, citando le dichiarazioni dell’eurodeputato David Sassoli a Strasburgo, contesta la mancata inclusione di Civitavecchia nelle reti TEN-T individuandone le cause: “L’Autorità portuale di Civitavecchia, come tutti i porti che non siano in osmotica sinergia con le istituzioni limitrofe, da sola non possiede la forza e la capacità sufficienti per proporsi a livelli più alti di quello locale (o “romano”) […]Una Autorità governativa di tale rilevanza merita sicuramente di essere sostenuta e supportata dalle Amministrazioni ad ogni livello, soprattutto in sede di contrattazione, così da poter raggiungere importanti obiettivi strategici per tutto il territorio, proprio come nel caso del TEN-T”.
Dichiarazioni pesanti che non potevano lasciare indifferenti l’AP, che infatti replica immediatamente con una nota nella quale chiarisce all’eurodeputato che “faceva evidentemente riferimento al ‘Core Network’, in cui il nostro scalo, nonostante l’impegno del Governo Italiano nei mesi scorsi, non è stato incluso”. In effetti Civitavecchia, come si evince da questo documento, è inclusa nelle reti TEN-T e non potrebbe essere altrimenti viste le rotte che copre con Cagliari, Palermo e Barcellona, tre porti inclusi a tutti gli effetti nel Core Network.
Insomma Giannini ha torto?
Diciamo che sicuramente pecca di presunzione pensando che sia la “mancata sinergia” con l’amministrazione la causa della non inclusione del porto nella lista dei principali nodi europei, visto che al momento questa amministrazione, ma le passate non è che siano state migliori, non riesce nemmeno ad ottenere un servizio ferroviario decente per i pendolari residenti…
Tuttavia, in questa vicenda Giannini ha avuto un merito.
E’ stato il primo amministratore che, per la prima volta, ha osato “contestare” l’operato di Pasqualino Monti. Probabilmente in maniera disarticolata ed alcune volte approssimativa, ad ogni modo è stato il primo a squarciare il velo sul “porto dei miracoli” che, in fondo in fondo, tanto miracoloso non sembra.
E’ vero che l’amministrazione Monti sta seguendo alla lettera il PRP e soprattutto si sta prodigando in prima persona, nella doppia carica di presidente dell’Ente e di Assoporti, nella revisione della legge 84/94, ma è evidente che sul piatto ci sono delle problematiche abbastanza serie non affrontate al meglio. In un momento di crisi profonda come quella attuale sarebbe opportuno che l’Ente dia dei segnali forti, continuando, come ha fatto finora, la promozione dello scalo, ma non in prospettiva futura, bensì valorizzando le potenzialità attuali e cercando di incrementare tutti quei traffici che ora sono sotto il livello di guardia.
E’ evidente che, almeno per quanto riguarda le merci alla rinfusa, l’ago della bilancia è dato dal carbone della centrale, ma ciò non vuol dire avere un porto in attivo. Il carbone allo stato attuale non porta nuova occupazione.
Lo sviluppo porta occupazione.
Nuovi traffici portano occupazione.
Nuove lavorazioni portano occupazione.
Si parla tanto, troppo, di portare la Concordia a Civitavecchia e invece di procedere alla costruzione immediata di un bacino di carenaggio (tempo stimato per la realizzazione: sei mesi), che oltre a poter ospitare la Concordia permetta in futuro la rottamazione delle vecchie navi rispettando le nuove norme europee, si continua a parlare di Grandi Navi, Grandi Masse e Grandi Terminal… tutte cose future e soprattutto senza certezza, visto che il traffico container a livello locale non è mai decollato. Un’opera del genere porterebbe ad un rilancio di molte aziende cittadine ora in crisi e ne permetterebbe la nascita di nuove: aziende specializzate nel riciclaggio e smaltimento dei materiali speciali… insomma un circolo virtuoso che porterebbe lustro ed un occupazione ecocompatibile. Questa potrebbe essere la sinergia tra amministrazioni tanto invocata.
Questa! Non una mera “convenzione” che rischia di portare soldi nelle casse comunali senza che la città ne abbia alcun beneficio.
Foto di Enrico Paravani ©